Cambiamo i consumi

US$/gal by Country/Territory

Divagare sul prezzo della benzina è diventato uno degli argomenti di discussione più amati nei bar di tutta Italia. A tal proposito esiste un sito, Swvel(serissimo, perchè si appoggia a dati della Banca mondiale e dell’Onu nel creare statistiche di ogni tipo), in cui viene monitorato il prezzo della benzina nel mondo. Come potete vedere l’Italia si piazza nelle prime posizioni al mondo in una classifica totalmente senza senso nel comprendere paesi ultra sviluppati e paesi sotto ogni soglia.
Forse l’unico modo serio per affrontare il problema dell’aumento del prezzo del carburante è quello di cambiare i consumi, per chi può. Ad esempio mi sono proposto, in vista del cambiamento del prossimo anno, di prendere casa da lavoro ad una distanza colmabile velocemente in bicicletta. Se non posso cambiare le mie abitudini durante il fine settimana (anche se già oggi, quando possibile, preferisco spostarmi in treno), nel quale mi muoverò se non altro per non restare in eremitaggio, posso farlo per tutti i giorni lavorativi. Urge però una bicicletta, in cima alla lista dei desideri da un pò di tempo.

Parola di Alfano

“Un testo sobrio e ben calibrato nonchè in linea con le norme di altri ordinamenti occidentali”.
Queste sono le parole con cui il nostro caro Angelino ha presentato il lodo che lo consacrerà allo storia. Si faccia però presente che quelle di cui sopra sono fandonie. Anche se in realtà non importa a nessuno.

Chicchi di mais e pop corn

Ormai ci si è fatta l’abitudine alle burle su Internet, e anche un certo occhio.
Sul video in cui alcuni tizi facevano scoppiare un chicco di mais posto nelle vicinanze di alcuni telefoni, avevo intuito si trattasse nell’ennesima bufala. Anzi mi ero già riproposto di provarci almeno una volta.
Ma mi avevano già preceduto in tanti e, come ha rilevato “Il disinformatico“, si è scoperto come si trattasse di una trovata pubblicitaria di una marca di cuffie bluetooth. La CNN ha anche mostrato come il tutto è stato realizzato. Mostrando anche quanti emuli ci siano stati su YouTube.
In questo modo circolano sulla rete migliaia (o milioni) di mail o video con messaggi allarmanti, il più delle volte privi di alcun fondamento. Basandosi, come ogni leggenda metropolitana, sulle paure più nascoste di ogni uomo. Internet da però la possibilità anche di difendersi da tutto ciò evitando il proliferare di queste leggende. Basta una breve ricerca e gatti in bottiglia, misteriose raccolte di fondi e quant’altro si risolvono in quello che sono. Burle di buontemponi con molto tempo libero. Alfabetizziamoci allora, in ogni senso.

Google ci rende stupidi?No, è solo la mutazione in atto

Mi sono lasciato incuriosire un paio di settimane fa dalla copertina dell’Internazionale. Uno scimpanzè con in alto la scritta “Google ci rende stupidi?”[l’articolo originale qui. La traduzione a puntate, qui (1,2,3,4) . E’ una sensazione che da tempo penso di avere. Lavoro al computer da poco più di un anno e capita, più o meno spesso, di avere degli spazi di ozio da riempire. Non che sia iniziato tutto li, ma comprendere quando tutto è cominciato non è lavoro facile. Probabilmente l’avvento della banda larga.
E comunque li che comincio a sguazzare tra i vari blog a cui mi sono affezionato e le notizie dei vari quotidiani. Tra un intervallo è l’altro scambio quattro frasi con qualche contatto su GTalk, guardo la posta. Divento insomma incapace di concepire uno spazio di noia o di inattività, bramoso nell’avere qualcosa con cui allettare le mie curiosità. Non che da questo non tragga giovamento, ma questo continuo frullare di informazioni mi da come la sensazione che pochissimo rimanga piantato nel mio cervello. Come un filtro, comunque gran parte rimane strettamente alla superficie. Il tempo è riempito da un fare incalzante. Arrivo a casa e ancora prima di accendere la luce accendo il notebook. E l’ho spento soltanto poche decine di minuti prima in ufficio. E’ diventata in pratica la sede stanziale di tutto ciò che mi circonda.
La sede di film, notizie, musica, il prolungamento di rapporti umani lontani e improvvisamente vicini. Una sorta di estensione di me. E’ una sensazione che, come ho potuto notare, è comune a tanti. E neanche vissuta con tanto compiacimento. Si avverte così l’assurdità del proprio comportamento e ci si impone dei forzati distacchi. O si apprezza un simile accadimento che ci renda dei primitivi, simili cioè a quanto eravamo fino a pochi anni fa.
Mi vengono in mente cosi “I barbari” di Baricco e quell’idea della mutazione in atto e alla quale non possiamo sottrarci. Nulla a cambiato cosi tanto il mondo quanto Google e il modo di percepire l’esperienza. Un esperienza non dettata più da un insieme frastagliato di avvenimenti, ma un unicum di esperienze continue, “un unico gesto che dia il senso del disegno”,i n cui la semplice interruzione disfarebbe tutto. Non è una situazione alla quale ci si può sottrarre, e benché esistano delle sacche di resistenza, l’andamento è tale da travolgere chiunque. Non c’è neanche da opporsi, o pensare che sia un male, come in alcuni tratti faccia intendere l’autore dell’articolo in questione. Ogni mutamento comporta una rinuncia e un’acquisizione. In questo tsunami in arrivo ci saranno probabilmente oggetti che spariranno. Uno di questi sarà ad esempio la televisione. Oggi stesso mi sembra impossibile stare davanti uno schermo a guardare una trasmissione dall’inizio alla fine. E questo ad esempio YouTube l’ha capito benissimo, trasformando quello che è un limite strutturale in un vantaggio. 10 minuti al massimo di filmato sono ancora sostenibili. Tutto ciò che coinvolge un atteggiamento passivo probabilmente sarà spazzato via e probabilmente questo è un bene.
Si tratterà insomma di camminare come sempre, sul ciglio del precipizio, stando attenti a non farsi prendere dal desiderio della caduta. Si tratterà, probabilmente, di coglierne i limiti. Come sempre nella vita, d’altronde.

P.s. Leggete questo racconto, in cui Luca Sofri , nettamente meglio di me, parla della nostra vita multitasking. E soprattutto leggete il libro di Baricco, è fortemente consigliato. Tralaltro se cercate, lo trovate anche nell’archivio di Repubblica, sul quale è stato pubblicato a puntate nel 2006.

Buona Strada

E’ tempo di route. Buona Strada al Clan “Rosa dei Venti” del Palermo 14, sulla via per Santiago.

Sanatorie all’università

Come sminuire il significato di una laurea. Come se bastasse una laurea per avere accesso al mondo del lavoro.

Non so, mi sembra che si stia sfiorando la pazzia. Qual’è l’interesse a creare milioni di laureati quando il mercato del lavoro sembra non averne bisogno? Non vivendo all’interno del sistema universitario non ho idea di come funziona il sistema di finanziamento alle università, ma un ateneo del genere quale interesse ha ad agire in questo modo?

Leggete questo post, và: Esami in saldo… vergognatevi

Wallpaper per Ypisgrock

Andate a guardare i wallpaper messi su da Wisdoms per l’ultima edizione dell’Ypisigrock.
Io glielo dico che è sprecato per fare l’ingegnere.

Cuore di madre

Ho finito da poco “Cuore di madre“, di Roberto Alajmo. Un libro sull’inerzia, sull’incapacità di dare una direzione alla vita, ed infine sulla terribile e conseguenziale deriva. Crudo.

“…..fissano insieme la tomba, poi Cosimo si stanca e comincia a vagare con lo sguardo: il carrubbo, il muretto, il cielo, le stelle, la casa. La casa è casa sua. Ce l’ha sempre davanti agli occhi e non la nota mai. Ora, sia pure alla pallida luce della luna, ha tempo e modo di osservarla per davvero. Come volume complessivo è grossomodo un cubo. A farci caso, forse, risulta un pò più alta che larga, ma probabilmente a dare quest’impressione sono gli spuntoni di metallo che sporgono dalle colonne del tetto piatto. Quando suo padre la fece costruire realizzò il grosso dei lavori ripromettendosi poi di completarli col passare degli anni. Nelle intenzioni era previsto anche un piano rialzato dove Cosimo sarebbe andato a vivere con la sua famiglia, una volta sposato. Solo che suo padre morì, Cosimo non è sposato e il piano di sopra non s’è mai costruito. Sono rimassti solo quei moncherini di colonna a far presente che, volendo, l’ipotesi di realizzare un altro appartamento è sempre praticabile, se ci fosse la necessità e se ci fossero i soldi. Se ci fossero i soldi si potrebbe anche, finalmente intonacare i muri esterni, che sono rimasti coi mattoni a vista e danno un senso di precarietà. Ma non è questo che dà più fastidio a Cosimo: sono gli spuntoni di metallo sul tetto a ricordargli tutte le cose che avrebbe dovuto fare e non ha fatto….”

Segnalazione di servizio. Attivati i feed

Ho attivato i feed. Per chi li utilizza e volesse iscriversi.

Bella Livio!

Non ci posso credere.