Il sapore della Sicilia c’è tutto.
I cannoli, i biscotti col “cimino”, un paio di ceramiche di Caltagirone, le torte, lo sfincione, la pizza a taglio, il pentolone con meusa e saimi, le arancine, i cazzilli, le panelle.
E poi l’inconfondibile marchio, l’insegna storica. Alle pareti le foto in bianco e nero della città.
Per fortuna senza nessuna forzatura nell’immagine stereotipata della Sicilia, niente pupi e carri.
Cool, come non si può che pretendere per un’azienda che proviene dalla città più cool d’Italia, come ricordavano certi esilaranti cartelloni in giro per Palermo qualche anno fa.
Arredamento chic, perfettamente calato nell’atmosfera di Brera.
Prezzi anche. Sicuramente legati all’enormità degli affitti in zona e a spese che sicuramente non sono quelle di Palermo.
Certo un pò esagerati, soprattutto se rapportati alle porzioni a cui siamo abituati.
Meglio virare sui piatti misti, il cui prezzo è più contenuto (8 euro) e con il quale è offerto anche un bicchiere di buon vino Siciliano.
Se invece ci si lascia perdere la mano si può restare un pò frastornati dai 4 € per 3 panelle e 3 cazzilli.
Ma siamo a Milano, ed i prezzi sono comunque in linea, e alla fin fine ne vale la pena. E i clienti spero che, come stasera, non manchino.
Del resto in questi giorni chiunque incrociassi sapendo della mia “Palermitudine” mi informava dell’apertura di quest’arrivo a Milano. Per cui
la notizia è circolata anche molto bene.
P.s. Servizio ottimo, anche se ancora da mettere a punto in qualche aspetto. Per esempio con un corso accelerato di cucina siciliana per i camerieri (no, il vino non è “il girasole di Vittorio”, e no, non sfingione, mio Dio!!).