Sentire il nuovo

Vespa non è avvezzo alle novità. Cosi in una delle ultime puntate di Porta a Porta ha demonizzato il mondo dei blog indicandolo come luogo di perdizione assoluta.
Un gruppo di blogger decisamente autorevoli ha scritto una lettera aperta al grande giornalista il cui testo integrale ho letto qui

“Ci sembra che demonizzare i blog e il social networking, che sono fondamentalmente espressione di libertà, di democrazia e di socializzazione, sia negativo e antistorico. Ancora peggio è criminalizzare i blog – come cercano talora di fare i paesi autoritari per giustificare le loro censure – solo perchè alcuni – giovani o no – lo usano male. Ci sembra che la trasmissione da lei curata del 21 febbraio 2008, peraltro dedicata ad un altro tema, abbia purtroppo (crediamo involontariamente) generato un sospetto generalizzato verso i blog e il social networking, se non addirittura verso la comunicazione via Internet. Sarebbe, a nostro parere, un errore grave analogo a quello di alcuni intellettuali aristocratici che, tanto tempo fa, condannavano in blocco la televisione perchè … fa male ai bambini e toglie anche del tempo prezioso agli adulti per leggere libri e giornali…”

Prende forma

Ieri ho ricevuto l’ultimo regalo di compleanno. Bellissimo.
La stanza prende forma continuamente. Sempre meno anonima.

Il nostro futuro

Illudeteci pure con parole inutili, i fatti sono altri. Il sogno americano non è sbarcato in Italia.
Ho appena letto questo articolo, che non dice altro che quello che già avevamo capito:

L’Italia immobile dei laureati

Ambientalismo del giovedì

Ogni giorno prendo la mia macchinetta e mi incammino verso le beate 8 ore lavorative giornaliere. La strada è piuttosto trafficata cosi un percorso di dieci minuti si allunga inevitabilmente. Tanto piuùse come stamattina decidono di bloccare il traffico di Collecchio, nel paesino in cui si trova la mia ditta. Blocco del traffico per la giornata ecologica. Un percorso di poche centinaia di metri che potrei percorrere in pochi secondi annientato. In compenso sono costretto a districarmi tra le stradine allungando il mio percorso, cosi come le migliaia di macchine in ricerca della migliore alternativa. Risultato: il centro del paese è libero dallo smog (un area ridicola), in compenso il circondario ha respirato più del doppio del previsto.

E cosi mi sorge una considerazione. Appoggiare le iniziative ambientaliste è senz’altro meritevole ma siamo sicuri che molte di queste non siano soltanto un modo per mettere in mostra certe amministrazioni pseudo sensibili che cosi possono avere visibilità sui giornali locali? Dove sono le iniziative realmente propositive quali ad esempio la proposta di mezzi di trasporto alternativi per collegare in maniera capillare la città alle società più grandi del territorio?

Le similitudini

La lotta è finita. Lombardo – Miccichè 5 – 0. Cappotto totale. Il blog, ciò che doveva essere il suo punto di contatto diretto con i Siciliani, è diventato recettore di insulti quanto mai azzeccati.E cosi Lombardo potrà correre verso la meta raccogliendo i voti di Forza Italia ed An.Lombardo il clone di Cuffaro. Un passato condiviso, un futuro in comune. Entrambi allievi di Calogero Mannino, il grande vecchio della Dc siculiana, studenti ai Salesiani e medici.
Si sono divisi da tempo il grande sacco delle clientele in Sicilia. Lombardo controlla la Sicilia Orientale con il 20% dei voti nella provincia di Catania, il 13% dei voti del totale Siciliano. Cuffaro domina la Sicilia Occidentale con il 18% dei voti sul totale. Cambia un pò l’immagine, Lombardo non è tipo da indossare coppola e dispensare baci, la sostanza non cambia.Un altro elemento di condivisione sono i guai con la giustizia. Don Raffaè ai tempi di tangentopoli fu arrestato due volte per poi essere prosciolto. Tornato nel 1999 fu accolto a braccie aperte dal moralizzatore Casini. Per poi rompere con l’Udc e formare il suo movimento autonomista in seguito all’invio dei commissari da Roma per protesta. Tanto per ricordare, il sogno autonomista era stato inseguito anche dalla mafia dopo la stagione stragista. Ma queste sono solo casualità.

La grande fame di cambiamento è questo. L’eterno ritorno al passato, ai soliti schemi di potere.
Senza volere scomodare troppo Tomasi di Lampedusa, è ora che i siciliani smettano di passare per Gatto’Tardi’, tardi nel farsi illudere da maschere e promesse.

Il Geniale Bondi

Dopo aver cambiato nome ma non la sostanza, la Casa delle libertà (quella in cui ognuno fa come cazzo glè pare [Guzzanti docet]) ha avuto una grande intuizione. Anche da loro niente candidati condannati. Ma il vero genio, ideatore di questa boutade è lui, il grande Sandro Bondi. Con qualche correzione dal suo capo supremo:

Pronto Silvio, sono Sandro. Ho trovato… senti cosa ho scritto: nelle liste del Pdl non c’è posto per chi ha in corso procedimenti penali. Eh, così la smettono di menarcela sulla questione morale. Silvio ma perché urli? No non ho mangiato i peperoni ieri sera, no non ho fumato e ho bevuto solo acqua, ma perché? Ah così tu resti fuori. E anche Dell’Utri, Cantoni, Berruti, Vito, Sterpa, De Angelis,Nania, Del Pennino, Fitto, Landolfi, Bossi, Maroni, Borghezio, Bonsignore. Ah resto fuori anch’io. Non ci avevo pensato, scusa Silvio, sì hai ragione sono un (biiiip) e devi pensare a tutto tu. Sì dettami: l’esclusione non vale per i procedimenti che come sappiamo hanno una origine di carattere politico.Silvio sei un genio.

Dialogo da Verità e giustizia, newsletter di Liberainformazione

Yes, we can-nolo

Vi riporto questo articolo da Repubblica di oggi:

La politica dei cannoli

Berlusconi e il suo scudiero Micciché hanno ammazzato “cummari Turidda”. E non è la Cavalleria rusticana. In nome della solita politica sicialiana dei cannoli il cavaliere Berlusconi, sorretto alla staffa da Miciché, ha infatti fatto fuori Stefania Prestigiacomo, la bella Turidda malandrina di Forza Italia. Al suo posto, come avevamo amaramente e facilmente previsto, il candidato del centrodestra al governo della Sicilia è Raffaele Lombardo.

Mummia replicante di Totò Cuffaro che, dato per spacciato per motivi giudiziari, fu proditoriamente insolentito dalle furbizie dei suoi ex amici Micciché e Dell’Utri alla ricerca truffaldina di un’immagine antimafia, di una faccia pulita, di un progetto rigeneratore con cui catturare la buonafede degli allocchi, dei siciliani presunti allocchi.

Senza alcuna ironia, Micciché aveva chiamato la morte apparente di Cuffaro “rivoluzione siciliana”, ma era solo l’accanimento della iena sul cadavere dell’amico. Perché una cosa deve essere chiara: umanamente Cuffaro vale molto più del suo interessato denigratore che ha sempre e solo lucrato. Prima, sulla fortuna elettorale di Cuffaro e, dopo, sulla sua sfortuna giudiziaria. Il bottino della transazione fintamente anticuffariana è la promessa che ieri gli ha fatto Berlusconi di una poltrona ministeriale. Già sprofondato nel suo feuteuil, ieri il pugnace Micciché ha detto: “Una volta al governo, difenderò la Sicilia e sarò il garante del rinnovamento”.

Una comica siciliana così prevedibile e banale non avrebbe meritato alcuna considerazione se non ci fosse stata di mezzo l’idea della doppia candidatura pulitamente femminile a sinistra come a destra, Finocchiaro-Prestigiacomo, due donne come risorsa di semplice genialità: antimafia e antiretorica, antivischiosità e antivittimismo, anticlientele e antipolitichese, anticannoli e anti vasa-vasa. E ancora: contro l’onnipotenza impunita della burocrazia regionale, contro i nani e contro i padrini…
La bellezza antimafia era una bella invenzione che circolava in Sicilia da un po’ di tempo e che tutte le persone per bene, di destra e di sinistra, corrette e scorrette politicamente, si erano augurate che si avverasse: sui giornali regionali, nei convegni universitari, nei salotti, nei club, nella Sicindustria, nei sindacati… Ebbene, il furbo Micciché ha capito che la trovata poteva tornargli utile e, nel giorno della famosa condanna festeggiata a cannoli, l’ha subito usata contro Cuffaro.
Finché ieri, ottenuta come ricompensa la promessa del ministero, Micciché si è rassegnato a fare a meno della Prestigiacomo, si è rialleato con Cuffaro e ha benedetto Lombardo, pur lamentando con i cronisti la pressione “esercitata sul povero Berlusconi” da parte della “solita Sicilia pirandelliana” che, per la verità, non esiste se non come alibi del malaffare e come trastullo dei letterati impotenti. Dunque ieri Micciché citava e ricitava Pirandello. Ma sentite come ha spiegato il paradosso del partito di Casini-Cuffaro, l’Udc, che a Roma è contro Berlusconi ma in Sicilia è il suo alleato più prezioso. Gli ha chiesto il cronista dell’Ansa: “Nessun imbarazzo a livello nazionale?”. Risposta di Micciché: “Evidentemente c’è un motivo per cui Kafka è nato a Vienna e Pirandello è nato in Sicilia”. A questo punto il cronista dell’Ansa si è voltato verso un collega e gli ha domandato: “Ma Kafka non nacque a Praga?”.

Per la verità Micciché, professore immaginario che nel suo sito si spacciò per docente “nel Dottorato di ricerca in Trasporti”, era stato già animatore di altri dibattiti culturali e meriterebbe, solo per questo, un ministero in “Male figure e strafalcioni”. Fu per esempio coprotagonista di un duetto con il regista Luca Ronconi, al quale ingiunse di eliminare dalla messinscena siracusana delle Rane di Aristofane le caricature di Berlusconi, Bossi e Fini. “Ma questo chi è?” chiedeva Ronconi. “E’ Micciché” gli rispondevano. E Ronconi: “Micci-chi?”.

Al di là degli infortuni culturali del suo staffiere siciliano (ne lasciamo l’elenco completo ai cabarettisti), ieri Silvio Berlusconi ha definitivamente consegnato la candidatura di governatore della Sicilia a Raffaele Lombardo, il più spregiudicato, il più potente ma anche il più banale dei politici della Trinacria (“trinacriuti”), l’uomo che ha scoperto il leghismo siciliano dopo le mirabolanti stupidate di Bossi e dopo l’indecorosa sepoltura dei sicilianismi d’antan di vacua presunzione, dai Vespri siciliani a Tasca Bordonaro a Canepa e, scadendo via via nel ridicolo, da chi voleva la Sicilia annessa agli Stati Uniti a chi la voleva (s)connessa alla Libia. Sino appunto agli attuali mostri dello Mpa (Movimento per l’autonomia) che coniugano il papismo borbonico con il vittimismo antieuropeista, la voracità dell’euro-accattonaggio con il ricatto ministeriale. E dunque: voli gratis per i siciliani, benzina a metà prezzo, “quote” siciliane ovunque si possa “bagnare il becco”: in siciliano “bagnarisi ‘u pizzu”. Insomma Lombardo piazza un proprio uomo ubiquitariamente, purché ci sia lucro: dalle politiche agricole a quelle dei trasporti, dalla sanità all’istruzione, Lombardo gestisce una caccia al tesoro delle finanze derivate che mai nessun altro notabile meridionale aveva mappato con altrettanta, meticolosa, puntuale accuratezza “geocratica”. Ecco: Lombardo ha elevato all’ennesima potenza il leghismo del mendicante.
Da un punto di vista elettorale, Lombardo ha perfezionato il modello ruspante del suo profeta Cuffaro e oggi controlla il territorio proprio come i barboni presidiano gli ingressi delle chiese, le stazioni della metropolitana e le entrate dei supermercati. E sono entrambi medici, Lombardo e Cuffaro, come vuole il nuovo potere politico nel Meridione. Signori delle corsie, i medici al Sud sono spesso i nuovi ricattatori della salute – “o il voto o la vita” – , e gli ospedali sono le scuole di fedeltà, i luoghi dove si coltiva il consenso: hanno preso il posto delle sezioni di partito. Ebbene, in questa nuova politica del territorio, Lombardo sta a Cuffaro come Marx stava a Saint-Simon: il lombardismo è il cuffarismo scientifico.

E infatti esteticamente la differenza è riassumibile nei baci che Lombardo non dà e nei baffi che Cuffaro non ha.

Baci, baffi e cannoli: non dico che la Sicilia deve a Berlusconi tutto il corredo iconografico dell’antropologia del suo potere più sguaiato. Ma certamente Berlusconi ha perduto anche questa occasione storica: liberare la Sicilia dai baffi mongoli di Lombardo, dai baci levantini di Cuffaro, dai cannoli mafiosi, dai Kafka viennesi di Micciché e forse, finalmente, anche dall’abuso di Pirandello…: il prossimo che lo cita lo mandiamo all’ergastolo – 141 bis – e buttiamo la chiave a Praga. Tanto, loro la cercheranno a Vienna.

Da Repubblica.it

La politica non può dare nessuna risposta

Pulizia nei partiti. Svecchiamento della classe politica. Nuove coalizioni. Partiti che cercano di rifarsi una verginità. Un momento di trasformismo o di trasformazioni è in atto, frutto di una metastasi interna al paese e al quale i partiti cercano in qualche modo di rispondere. Grillo con le sue invettive lanciate prima dal blog e poi da Bologna, il libro “la casta”, ma ancora di più il malcontento latente degli Italiani ha prodotto quanto meno un risultato, quello di un’azione di maquillage del quadro politico. I nostri politicanti hanno capito che questo sentimento era troppo esteso per essere messo a tacere sottolineando il populismo delle accuse a loro rivolte.

Cambiamenti anche reali stanno avvenendo, un vento nuovo sembra muoversi, ma tante delle parole che si sprecano in questi giorni diventeranno fumo dopo le elezioni. Il pensiero più frequente è quello che occorre far passare la tempesta e cavalcare l’onda di questi sentimenti in questo momento, perché la gente si tranquillizzerà. E in quel momento tornerà tutto come prima.

Non è il pessimismo a dettare queste mie parole ma una semplice osservazione della natura umana. La democrazia che ci vantiamo di esportare sarà anche il miglior sistema possibile ma sicuramente non è perfetto, proprio perché il meccanismo della delega ci rende come tanti Ponzio Pilato e ci fa disinteressare della res pubblica investendo il politicante di turno di un potere enorme.

E quando si ha potere è difficile farne a meno. Non è demagogia. Quando si ha quel potere bisogna continuare a perpetrarlo per quanto tempo possibile perché ai privilegi acquisiti è difficile rinunciare. Si badi bene, non è un discorso che relego soltanto alla politica. Riguarda tutti noi nel contesto in cui viviamo. Perché i politici non sono ne meglio ne peggio di tutti noi.

Ma allora quali sono le soluzioni a questo? Siamo destinati a lamentarci impotentemente dei politici che rubano, dei loro stipendi faraonici?

Probabilmente si. O no. Perché se ci sono dei limiti che non debbono essere superati ed è compito degli elettori rivendicarli. Noi elettori dovremmo avere il dovere di coltivare una coscienza critica nei confronti di chi ci governa. Di informarci per non essere succubi. Tanto più oggi in cui esistono tanti strumenti che ci consent0no di approfondire e conoscere i fatti con molta più facilità rispetto al passato. Se c’è qualcosa di positivo che è venuta da internet è proprio questo. La possibilità di mettere in contatto persone anche molto lontane e condividere idee, metterle insieme, sviluppare progetti, amplificare notizie e permettere cosi il loro diffondersi. Senza filtri e senza censure. Rendendo il cittadino realmente attivo. Parlando così realmente di democrazia partecipata. Perché il mezzo consente di avvicinare agli stessi politici, checché se ne dica, se essi sono in grado di rispondere a questa richiesta. Oggi posso per esempio entrare nel blog di Gianfranco Miccichè o di Di Pietro e dirgli quello che penso, cosa che sicuramente non potevo fare in passato, proprio perché sono stati eliminati dei filtri. Posso mettermi in contatto con gente che la pensa come me, creare una rete che poi può trasformarsi in qualcosa di praticamente costruttivo.

E lo posso fare anche in pochi minuti, basta mezz’ora o poco più al giorno di questa pratica, negli interstizi della giornata. E poi non ho più bisogno più di andare a comprare dieci giornali al giorno per informarmi spendendo un patrimonio.

Recepire questa sfida può dare una spinta nuova alla politica. Proprio per questo non dobbiamo aspettarci una risposta da essa, perché la risposta deve venire da noi, abbandonando gli atteggiamenti apatici e assumendo un modo di fare costruttivo. Come diceva JFK “non chiedere cosa la politica può fare per te, ma cosa tu puoi fare per la politica”.

22 Febbraio – Thinking Day

Con il vento in faccia rincorrere la vita
e assaporarne il sapore nella condivisione,
nella partecipazione,
nel vivere nella natura
ed attraverso questo crescere ed affrontare la vita.
Questo è molto altro è lo scoutismo.
Buon compleanno B.P.

Dichiarazioni che non fanno notizia

Sono passati quasi 28 anni di silenzio e di ipotesi sulla strage di Ustica. Muri di gomma su cui tanti sono andati a sbattere, e ancora più i parenti delle vittime che ancora cercano una verità, nascosta per chissà quali motivi.

E Cossiga fa una dichiarazione che potrebbe fugare molti dubbi e nessuno ne parla?Perchè?


USTICA/ COSSIGA: AEREO ITAVIA FU ABBATTUTO DA MISSILE FRANCESE | Cronaca | ALICE Notizie: “Roma, 19 feb. (Apcom) – ‘Furono i nostri servizi segreti che, quando io ero Presidente della Repubblica, informarono l’allora Sottosegretario Giuliano Amato e me che erano stati i francesi, con un aereo della Marina, a lanciare un missile non ad impatto, ma a risonanza. Se fosse stato ad impatto non ci sarebbe nulla dell’aereo’. Lo ha detto Francesco Cossiga a Sky Tg24 a proposito del missile che abbatté l’aereo dell’Itavia sulle acque di Ustica.
Santovito, appresa l’informazione, lo informò quando lui era appena decollato e decise di tornare indietro. I francesi questo lo sapevano – conclude Cossiga -‘La tesi – prosegue il Presidente Emerito della Repubblica – è che i francesi sapevano che sarebbe passato l’aereo di Gheddafi. La verità è che Gheddafi si salvò perché il Sismi, il generale videro un aereo dall’altra parte di quello italiano e si nascose dietro per non farsi prendere dal radar’.”