Che questi qui abbiano gusti musicali letteralmente pietosi non è neanche una novità, ma l’idea che portino a cantare in Piazza Duomo Gigi D’Alessio sarà senz’altro una di quelle bipolari trovate di cui è farcita questa campagna elettorale e che di sicuro non potranno che compiacere la conclamata voglia di contaminazione della base leghista, che insomma, dopo aver gridato a Roma ladrona vuole i ministeri a Milano e dopo aver dato del no-global a Pisapia adesso lo descrive come un candidato dei poteri forti. E’ la dimostrazione che probabilmente quando si parlava di bipolarismo avevano in mente tutt’altra cosa.
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Solo per un attimo, concedetemelo
Siamo poi gente che ha bisogno di vittorie, o meglio, siamo un popolo che ha bisogno di vittorie, come direbbe Sofri nel suo libro. E così oggi è quasi un giorno di festa, con dei sorrisi che si aprono, in questa politica vissuta come un tifo da stadio, in cui un giorno così è un’occasione buona per indossare una polo rossa, anche se poi tutto è relativo, ed è ancora troppo presto. Ciò che importa e che per una volta le risposte su cui non riponevamo molte speranze, sono state smentite dalla realtà verso una direzione che non pensavamo di aspettarci, pessimisti come siamo diventati. Adesso, probabilmente, capiranno che non siamo poi gente su cui strategie da tea party possono funzionare, e che probabilmente l’antivirus verso certe grevità l’abbiamo già in noi, ed ogni tanto ce ne ricordiamo. Hanno perso in tanti, e farebbero bene ad accorgersene, ma loro, almeno abbasseranno i toni, comprensibilmente, e la Moratti si morderà le labbra su quella frase, a cui si è prestata, e che è anche solo il simbolo di una deriva evitata.
Pensavo a questo svegliandomi stamattina e controllando, con tocco scaramantico, che tutto fosse esattamente come ieri sera l’avevo lasciato. Aggiungendo questo a quei momenti di trascurabile felicità, come li definisce Francesco Piccolo in un libro letto poco tempo fa, e perso in qualche hotel poche pagine prima della fine. Ci pensavo constatando che, tra l’altro, quella domenica lì sarà si quei dei ballottaggi, ma anche quella della finale. Quella di coppa Italia, intendo.
Un futuro fantastico
Con lo sguardo esterno alle elezioni milanesi mi faccio un’unica domanda, che girerà come un tarlo nella testa di tanti fino ai risultati di domani sera. Mi chiedo se questi millantatori, mistificatori della realtà, capaci di farci credere che un tavolo è quadrato quando l’evidenza ci suggerisce che sia rotondo, saranno in grado di vincere ancora, imponendo una visione irreale, poggiata sui loro interessi. A seconda della risposta che ne verrà domani sera troveranno credito, giustificazione all’uso di mezzi sempre più fantastici ed allora vedremo asini capaci di volare, puttanieri diventare santi e santi rubare in chiesa, ed allora sarà davvero un futuro fantastico, uscito non dalla fantasia di un nuovo Walt Disney, ma da quella di modesti venditori di bufale a buon mercato.