Una mail da Udine

Ieri sera ne parlavo. Sentivo dalla sua voce quanto quest’esperienza fosse intensa. Oggi ha scritto questa mail.
Cari amici,

sono reduce dal convegno del Centro Balducci, terminato ieri in tarda serata. Ci tengo a condividere con voi quello che queste quattro giornate mi hanno dato, perché è grazie ad Addio Pizzo che ho potuto prendere parte uno degli eventi più significativi della mia vita.

Sono ancora sotto l’effetto di queste giornate, in preda ad un turbinio di emozioni inaspettate e di un’intensità che ancora non riesco a comprendere.

Al convegno erano presenti 70 delegati provenienti da tutto il mondo, in prevalenza sudamericani, ma anche popoli del medio oriente, dell’Africa e degli Stati Uniti.

Sono stata testimone della reale sofferenza di tanta gente..l’ho toccata con mano e mi sento ancora terribilmente scossa dal vissuto di questi giorni.

Era presente un’anziana signora Mirta, tra le fondatrici de Las Madres de Plaza de Mayo. Una signora di una tenerezza incredibile, esile, che ti faceva venir voglia di proteggerla, ma che tanta forza e tenacia ha avuto a continua ad avere dopo la desapareciones di sua figlia che ai tempi aspettava un bambino e del marito della figlia. Sono passati più di 30 da allora, eppure lei continua a lottare, e a sostenere la gente che ha bisogno di aiuto..una signora così piccola e grande nello stesso momento.

C’era una ragazza iraquena, che ha perso sei membri della sua famiglia a causa della violenza in Iraq, che appartiene ad un’Associazione per i diritti delle donne in Iraq, e che per questo rischia ogni giorno la sua vita, come è già successo a tante persone che come lei lottavano per i diritti umani e che hanno pagato con la vita il loro rifiuto all’oppressione e alla negazione dei diritti dell’uomo.

C’era poi una giovane ragazza afghana, i cui genitori sono stati uccisi quando era solo una bambina, che fa parte di un’associazione per i diritti umani, e che ci ha raccontato quanto in Afghanistan il terrorismo sia fomentato dalle truppe americane, e non combattuto. Dall’occupazione del territorio da parte dell’esercito americano, la situazione in Afghanistan è molto peggiorata..aumentano i terroristi e di conseguenza le stragi in quella terra, e si è molto lontani dalla democrazia tanto invocata dagli USA. E’ nell’interesse degli Stati Uniti avere una scusa per poter rimanere su quel territorio per la posizione strategica dell’Afghanistan, terra di confina con Iraq, Iran, India, Cina sulle quali gli Stati Uniti vogliono mantenere il controllo. Per poter giustificare la presenza delle truppe armate in Afghanistan, il governo americano necessita di una scusa, e la lotta al terrorismo in quella terra è un’ottima scusa, peccato che per questo anziché combatterlo il terrorismo, lo fomentano, così da poterci rimanere ancora per molto tempo, poco importano le continue stragi di innocenti causate dai terroristi.

Al convegno c’era anche un ragazzo messicano che si è fatto 4 anni di carcere ingiustamente. Accusato (senza prove) di far parte di un gruppo di guerriglieri è stato arrestato e torturato insieme ai suoi 2 fratelli con l’imputazione di terrorismo. Si trattava in realtà di studenti universitari, che nulla avevano fatto, se non essersi dati da fare insieme ad altri universitari, per combattere le ingiustizie sociali, ma senza mai aver fatto uso di armi. Con gli anni infatti, l’accusa per questi fratelli è cambiata, le pene si sono ridotte, lui è uscito dal carcere, i fratelli sono ancora dentro. Il governo messicano, non ha mai ammesso di aver fatto un errore, e continua a farla pagare a chiunque chieda il diritto di essere libero.

Lo stesso succede un po’ in tutti i paesi del Sud America, come raccontato dai partecipanti al convegno provenienti da queste terre..non c’è libertà..nessuna libertà, e i governi cercano di far passare per terroristi le persone che chiedono il riconoscimento dei loro diritti..questo è quello che succede.

C’erano anche due donne statunitensi, finite in carcere diverse volte, perché si stanno battendo per affermare quelle che erano le idee di Martin Luther King, i diritti della gente povera.

Un professore congoliano ha riportato un dato poco conosciuto al mondo e preoccupante del suo paese: in Congo ci sono state violenze sessuali su 35.000 donne, dai 3 mesi di età a 80 anni, donne che dopo aver subito le violenze vengono anche massacrate, e alle quali viene fatta scoppiare la vagina usando dei bastoni, e causando danni irreparabili..molto di queste donne nonostante diversi interventi chirurgici non recuperano più le loro funzioni, e sono costrette ad andare in giro con sacchi di plastica…

E poi tantissime altre storie di violenza, prevaricazioni, sopraffazioni..storie di sofferenza atroce vissuta sulla propria pelle e trasmessa a noi con una forza tale da sentirmi ancora male.

E nonostante le tragedie vissute, questa gente continua ad avere la forza di lottare, di agire per avere la libertà..per non subire più sopraffazione, per ottenere il riconoscimento dei propri diritti.

Molto toccanti sono stati i momenti davanti la base di Aviano, di rifiuto dell’uso delle armi, di richiesta della pace, momento anche commemorativo delle vittime della violenza, durante il quale sono state portate le foto di molte di queste vittime, che sono state disposte a cerchio sul prato, unitamente a dei sassi, sui quali sono stati scritti i nomi della gente morta per in nome della libertà.

Ho pensato di scrivere su uno di quei sassi che verranno conservati al Centro Balducci il nome di Falcone e di Borsellino.

Anche il momento commemorativo sul Vajont è stato permeato da forti emozioni, soprattutto quando ognuno di noi ha consegnato al presidente dell’Associazione delle vittime del Vajont un po’ di terra proveniente del proprio paese per la costruzione di un monumento che verrà costruito in onore di quelle vittime.

Io, che avevo saputo da Marco Siino della richiesta di portare della terra, me l’ero preventivamente procurata, così anche la terra di Palermo farà parte di questo monumento.

Durante la consegna, ogni persona diceva in memoria di chi donava quella terra, cosa rappresentava per quel popolo, qual era l’auspicio e la speranza di quella gente.

Io avrei voluto consegnare la terra silenziosamente, senza dir nulla, perché in preda ad emozioni troppo forti, piangevo dalla sera precedente, perché profondamente turbata dalla sofferenza di quelle persone, e non mi andava di scoppiare in lacrime al microfono mentre dicevo in memoria di chi donavo quella terra..ma mi hanno dato il microfono contro la mia volontà e quindi ho dovuto farlo anch’io..ho dato quella terra in memoria di Falcone e Borsellino e di tutte le persone che sono morte solo perché hanno avuto voglia di liberarsi dalla mafia, e sono scoppiata in lacrime, non riuscendo più a continuare, e trovandomi poi circondata dall’abbraccio di tante persone che mi ringraziavano, che mi hanno sostenuto, e che piangendo mi hanno detto di avergli trasmesso tanto..che la mia interruzione, il mio non dire ha significato più di tutte le altre cose dette..persone che mi sono venute incontro commosse e grate.

In realtà io sono grata a loro, per quello che in queste 4 giornate mi hanno dato..la mia commozione, le mie lacrime erano legate a loro, erano per la loro sofferenza, e per quello che sono riuscite a trasmettermi e che ancora sento terribilmente vivo, fremere dentro di me.

Io ho iniziato a parlare di Addio Pizzo nei primi giorni del convegno, quando era ancora presente in me un pò di lucidità, e ci tengo a riferirvi la gratitudine della gente per quello che Addio Pizzo ha fatto e sta facendo. Io non posso sentire questi meriti come miei, perché sono con voi da troppo poco tempo, e perché ho ancora fatto troppo poco per prendermi dei ringraziamenti.

Quindi giro a voi i ringraziamenti di Pilar, una donna spagnola che lavora con associazioni colombiane, di Mary una delle statunitensi arrestate, di Gaati la ragazza afghana, di Enrique argentino che lotta per i diritti umani e che ha dei parenti siciliani che in passato hanno subito richieste di pizzo, di Surood la ragazza iraquena che mi ha raccontato di richieste di pizzo anche in Iraq, di Jerman ragazzo colombiano avvocato dell’Associazione Justicia y Paz, dei ragazzi della Carovana della Pace, di alcuni ragazzi che fanno parte di un’associazione di Libera Terra, degli organizzatori del Convegno, e di tanta altra gente italiana presente al convegno e venuta a conoscenza di noi in questa occasione.

Tutta questa gente vede nei ragazzi di Addio Pizzo tanta forza, coraggio e reale speranza di cambiamento. Erano davvero felici delle nostre iniziative ed in molti mi hanno chiesto l’indirizzo del sito, per poterlo visitare ed avere ulteriori informazioni. Il pizzo si sta diffondendo sempre di più anche qui al Nord, come mi hanno raccontato preoccupate i friulani, che oltretutto non conoscevano Addio Pizzo fino ad ora.

Mi sento fortunata nell’aver potuto vivere l’esperienza di questi giorni, non capita a tutti di potersi confrontare nello stesso momento con così tanti esponenti dei popoli del mondo, con persone dotate di una tale ricchezza morale che con semplicità sanno condividere con gli altri le loro tragedie, ma anche le gioie. Splendide sono state le serate del convegno, durante le quali i popoli si sono esibiti in canti e balli dei loro paesi.

In queste giornate ho potuto avere un assaggio di ciò che significa reale integrazione multiculturale, e vi assicuro che è qualcosa di straordinario, come straordinarie sono le emozioni sperimentate che le parole non potranno mai saper spiegare.

Per questo ringrazio Addio Pizzo, per avermi dato la possibilità di partecipare ad un evento di una tale portata, e mi scuso per il lungo e mieloso sfogo di questa mail, ma sentivo proprio il bisogno di raccontarvi lo scombussolamento che ancora sto vivendo per queste giornate.

Buon lavoro ragazzi.. e grazie.

Silvia

Dedicata a Tosi

La pace è di sinistra.
I missionari sono di sinistra.

Ed i cartelloni posti all’inizio di ogni paese d’Italia che inneggiano ad un’ipotetico “Paese della Pace”, sono un’autentica ipocrisia.
Al Vaticano, dinnanzi al quale s’inchinano questi ferventi credenti, quelle bandiere non sono vietate.

Tonnara siracusana

Ma la villa che ha comprato Schumi è questa qui, abbadondata e diroccata, nella quale mi sono fermato casualmente due anni fa?

Le ragioni del disimpegno?

Ho appena finito di guardare la bella puntata di Blunotte dedicata all’antiracket e attendo la telefonata di Silvia, ancora impegnata nell’incontro internazionale organizzato dal centro Enzo Balducci di Udine, al quale partecipa a nome di Addio Pizzo.
E mi vedo, tra questi pensieri, fermo. Starò per fare discorsi retorici, ma risulta difficile continuare e contribuire al processo di cambiamento in atto in Sicilia quando sei lontano da quel territorio. E’ un discorso che andrebbe affrontato meglio e sul quale mi sono soffermato più volte nello scorso anno. Ma mi chiedo, che fine fa l’impegno di tutti quei ragazzi impegnati socialmente in Sicilia in varie associazioni, quando vanno via da quella terra in proporzioni cosi mastodontiche? Si perde il valore di quel lavoro e si ricomincia sempre da capo? E come continuare ad utilizzare tale carica?

Esistono varie vie d’uscita, varie forme alternative per continuare quell’impegno e, personalmente, mi sento immerso in quel percorso, per quanto esso sia estremamente complicato e di lunga prospettiva.
Ma quali sono le risposte date da altri alle mie stesse domande mi incuriosisce.
Perchè partire ed andar via non può coincidere con il disimpegno e con un abbandono del campo.
Sarebbe altrimenti una lotta impari ed eterna. Una catena che non si spezza.
Pensate ad esempio al potere del voto di migliaia di siciliani libere dal ricatto ripetuto ad ogni elezioni. Se quel voto potesse essere sfruttato in massa, senza far riferimento a quelle poche persone di buona volontà pronte a tornare a casa ad ogni elezione, l’esito sarebbe lo stesso?
Chi ha doppia cittadinanza lo può fare, perchè noi no?

#Post-it

#Link for today 2008-09-26

Monopolio Google

Confesso di essere diventato un Google-dipendente.

Già ho manifestato tempo addietro il mio apprezzamento per tale realtà che in pochi anni ha stravolto il mondo di Internet. 10 anni oggi per l’esattezza.
Ormai svolgo molte delle mie attività giornaliere utilizzando programmi creati dalle menti dei suoi sviluppatori, e trovando geniali molte delle loro trovate.
Praticamente con me sta riuscendo pian piano a realizzare quello che è il suo sogno, monopolizzare totalmente il rapporto di ogni utente non solo con la rete ma con lo stesso notebook.
Del resto non passa giorno in cui non appare una
novità in quest’universo, pochi giorni fa è stato lanciato il suo primo cellulare, Android, un paio di settimane fa il suo browser, Chrome, e cosi via ad un ritmo esaltante per ogni appassionato dell’argomento.
Ancora queste ultime invenzioni non mi hanno conquistato ma, volendo fare ordine, utilizzo:
Google, come motore di ricerca, naturalmente;

-prima iGoogle e poi Google reader per controllare i blog per me più interessanti;

Google Calendar per gli appuntamenti, sfruttando cosi la possibilità di ricevere anche un sms o un pop-up sul Pc per ricordare cosa devo fare (i neuroni mi stanno lasciando, bye bye!);

Google Documenti, per gestire alcune applicazioni di excel e word, in particolare quelle a cui voglio sempre essere accessibile, ovunque sono, senza preoccuparmi di aggiornare continuare la key. O per gestire dei fogli condivisi con altri utenti, applicazione utilizzata con successo per gestire il foglio del campionato di fantacalcio, e attraverso il quale tutti, anche contemporaneamente, possono aggiornare i fogli;
Gmail per gestire la posta elettronica, e non solo;
Picasa per gestire le foto;

Blogger per gestire questo blog;
e poi potrei elencare praticamente ancora una decina, ognuna delle quali subisce spesso aggiornamenti e novità (molte ancora sono in versione beta, sfruttando anche in questo modo gli utenti e i loro feedback per migliorare ogni applicazione. Come dire, un altro colpo di genio, sfruttare i propri difetti per migliorarsi. Tralaltro un’ottima lezione di vita, direi).

Su Google si potrebbe raccontare molto, per molti equivale a ciò che Gutenberg è stato per la stampa, opinione che non posso che condividere pensando a come abbia stravolto le nostre vite.
Ciò che rende vincente è la filosofia di questa grande società, l’essere veramente moderna e capace, dopo l’invenzione del miglior motore di ricerca, di cavalcare il progresso e di farsene promotore sotto molti punti di vista, anche attraverso tante attività parallele come quelle raccontate nel video che ho pubblicato tempo fa o come l’idea lanciata oggi, piccole e grandi idee che ci fanno rendere Google e il suo mondo spesso sulle nostre corde, nonostante si tratti sempre di un’azienda quotata in borsa.
Vi lascio consigliandovi la lettura quest’articolo da Scene digitali, il blog di Zambardino su Repubblica.it, e con una citazione da questo.
Noi lavoriamo e lo facciamo sul computer attraverso un browser. Poi abbiamo bisogno di informarci, e molti di noi lo fanno attraverso il web. Sul web si sposta sempre di più l’energia e il denaro dell’industria pubblicitaria che cerca nell’esperienza dell’uomo-utilizzatore della rete la chiave per raggiungere fette di pubblico nuovo, che la tv o i giornali non permettono di toccare o raggiungono male.”
Allora qual’è l’obiettivo di Google? “L’obiettivo? Catturare tutto il tempo di vita degli utenti, tutta l’attenzione che oggi si disperde tra un giornale e il computer, tra la radio e il computer, e all’interno della rete, tra una ricerca su Google e un programma microsoft per guardare i risultati della ricerca stessa.”

P.s. Oggi ho scoperto una nuova funzionalità su Google Reader che da domani credo di sfruttare sul blog, abbandonando la sezione degli articoli condivisi, che credo non abbia avuto molto successo.

L’eleganza del riccio

Può la bellezza schiudersi soltanto a chi la sa osservare? Possono le barriere culturali renderci incapaci di cogliere l’eleganza, la saggezza e la stessa cultura di chi giornalmente incontriamo? Quanto gli stereotipi condizionano le nostre opinioni? Quanto le paure condizionano le nostre vite?
Sono tante le domande che affiorano da un libro intenso come “L’eleganza del Riccio”, un libro che abbandono a malincuore. Nonostante all’inizio lo trovassi presuntuoso nell’ostentare le riflessioni filosofiche e l’elevatezza culturale dello scrittore e cosi riuscissi a scorrere lentamente le pagine, alla fine mi sono trovato a divorare le ultime duecento pagine in pochi giorni.

Un condominio della Parigi più abbiente, le vite dei suoi inquilini e tra di esse due anime gemelle, una portinaia silenziosa e composta nel suo ruolo ed una malinconica, triste, sagace e geniale bimba di dodici anni, con due segreti ad animarle e a legarle casualmente, un giorno.
Un elogio continuo alla bellezza, ecco cosa sono le pagine di questo libro. Alla ricerca della bellezza più nascosta.

Stasera, ripensandoci, con il cuore e lo stomaco in subbuglio, mi dico che forse la vita è cosi: molta disperazione, ma anche qualche istante di bellezza dove il tempo non è più lo stesso. E’ come se le note musicali creassero una specie di parentesi temporale, una sospensione, un altrove in questo luogo, un sempre nel mai.

Ombra



La mia compagna.

Prima di tutto la famiglia

Con ordine.

Giuliana Ilarda, figlia di Giovanni Ilarda, assessore alla Presidenza della Regione (il cosiddetto Brunetta di Sicilia), nominata dirigente per chiamata diretta dall’assessore ai Beni culturali, il cuffariano Antonello Antinoro con uno stipendio di 75mila euro.
Danila Misuraca, sorella di Dore Misuraca, nominata dirigente dall’assessore alla “famiglia” Francesco Scoma.
Antonella Scoma, sorella di Francesco Scoma (vedi sopra), assunta dall’assessore alla presidenza Giovanni Ilarda.
Il figlio di Diego Cammarata, assunto da una società partecipata dalla regione.

Perchè per la famiglia c’è sempre posto.

Un carro di buoi

A proposito di profumi, adesso ricordo di aver visto qualche settimana fa “Il Profumo – Storia di un assassino“. Ora, io non ho letto il libro, del quale ho letto critiche entusiaste, ma credo di non aver mai visto un film cosi assurdamente inutile.
Se occorre invertarsi una storia di questo tipo per spiegarmi che tira più un ….. Ma dai!
Devo però ammettere che una delle scene finali è meravigliosa. Ecco, andate avanti con il tastino del telecomando e guardate soltanto quella.