Maturità è soltanto il nome che diamo a quell’età in cui finalmente ci confrontiamo con i nostri limiti ed impariamo ad accettarli per quello che sono. In cui ci accorgiamo che il tempo a nostra disposizione è così limitato che non possiamo permeterci di perdere tempo con ciò che non ci concede un reale appagamento.
E’ straniante e dilaniante al tempo stesso, la sensazione di vuoto che ne consegue. E quando anche mi capita di guardarmi intorno vedo gente intorno a me muoversi continuamente, senza capire se almeno loro hanno capito da che parte andare. La sensazione è quella di un inseguiamento di un’idea di felicità, confusa quanto basta per farci muovere. Ma se provassero a fermarci degli intervistatori da strada e ce lo chiedessero, cosa sia la nostra idea di felicità, saremmo in grado di rispondere? Una macchina nuova? Una famiglia unita e felice? Un lavoro appagante? Il punto è che sembra mancare un pezzetto anche quando siamo sicuri che non ci manca nulla. Per fortuna. Perchè la felicità non può mai essere definitiva. E soltanto ciò che ci manca ci permette di andare avanti.