Full immersion

E’ andata un pò a rilento in questi giorni, l’aria di vacanze cominciava a farsi sentire.

Domani si parte. Valigia pronta e per un paio di settimane nessun aggiornamento da queste parti.
E non fatemi fare uno di quegli incubi da blogger in cui tutti i feedreader si cancellano in pochi giorni!

La sicurezza è di sinistra

C’è anche chi pensa, saggiamente che la sicurezza debba diventare un argomento della sinistra, senza lasciare spazio a ronde dai nomi terrificanti che fanno battaglie neanche fossero i guerrieri della notte.
Da leggere.

Emigrati d’una volta

Altri tempi, quelli per cui si tornava a casa una volta l’anno. Si perdevano i momenti importanti di ogni famiglia nell’attesa di lettere che arrivavano sempre troppo tardi.
Si partiva con niente.
E come siamo cambiati anche fisicamente. Un’immensità di differenze.
Quando eravamo noi gli stranieri.
E che differenza, la Rai, servizio pubblico una volta.

(grazie a Freddy)

Al chiaror del mattin

In questi giorni ho sentito un pò di amici salutarmi, partire per i loro campi scout.

Sono passati intanto già tre anni dall’ultimo campo estivo. Si, un pò di nostalgia, per avere abbandonato quelle esperienze, c’è. Ma fa parte delle scelte di questi anni.
Sono gli odori che però non vanno via.
I pali di castagno, i cordini arrotolati a formare legature, le cucine di campo, il sapone delle pentole, la terra bagnata di brina al risveglio, il fumo negli occhi durante i fuochi notturni.
I campi sono l’esperienza fondamentale per ogni scout, e chi non ha vissuto quelle esperienze probabilmente sorriderà ironico a queste mie parole.
Ma li c’è tutto ciò che serve. Non c’è quell’iconografia banale e stereotipata. C’è la società per intero.
C’è la comunità, la quotidianità del vivere insieme, le gioie per i giochi, ma anche tutto il contrario. C’è l’invidia tra le squadriglie, ci sono le piccole liti tra i piccoli gruppi. C’è l’amore che sboccia tra le tende, di nascosto da noi capi, che sembriamo non cogliere molti dettagli.
C’è l’atmosfera di libertà che difficilmente hanno vissuto prima e che probabilmente sarà difficile ritrovare in futuro.
C’è la responsabilità verso se stessi e verso gli altri che fino a quel momento nessuno ha avuto modo di accordargli.
Probabilmente se vi fermate al bagaglino e allo stupido sketch di Verdone, non capirete.
Ma, se conoscete qualche scout, provate a chiedere dei loro campi da ragazzi.

Vedrete i loro occhi illuminarsi, ne sono sicuro.

S.B.

Avete notato che non parlo neanche più di S.B. Mi ha stufato, sinceramente.
A che serve scrivere se chi dovrebbe capire non dovrebbe avere più alibi?

Germogli

Una settimana pericolosamente vorticosa

Sta andando proprio bene la settimana. Non c’è che dire.
Già il week end scorso si passeggiava su livelli da tempesta. E tra alti e bassi ieri la degna conclusione. Sperando che si fermi qui.
Il sasso che stava scivolando dalla montagna sta cercando di tornare su, in un modo o nell’altro. Ma non si sa quanto ci vorrà, dipende molto dalla dimensione di quel sasso li.
Devo capire ancora molto di quello che è successo. Non è facile dimenticare, ed in questo momento voglio soprattutto capire. Mercoledi la sorpresa e la possibilità di parlarsi guardandosi negli occhi però è stata utile, inaspettata ed apprezzata. Vedremo.
Intanto c’è stato il tempo per una bella serata, con una di quelle amiche che riscopri dopo molto tempo sul tanto vituperato Fb e con cui riscopri tanti pensieri simili. Anche lei a Milano, dopo un anno a farci incontrare è servito il concerto della tanto amata Malika Ayane, in una villa barocca qui vicino, ed è stato davvero delizioso. Non ho ancora capito cosa mi abbia preso di lei dopo aver ascoltato un paio di canzoni, e poi per intero il suo disco. Ma si sa, le alchimie sono strane da comprendere. Una serata estiva, che ci voleva davvero.
Ho avuto poca voglia di scrivere, e molta voglia di pensare e di distrarmi. E cosi ho scoperto Lost, di cui tanto ho sentito parlare tanti estasiati. Vi basti sapere che divoro almeno tre puntate al giorno. Quasi ossessivo.
E poi ieri. Tranquillo tornando da lavoro, volevo passare dalla farmacia. Non l’avessi mai fatto.
Frenata improvvisa della macchina che mi precedeva. Frenata mia, di conseguenza. Ed urto di un povero ragazzo in moto contro la parte sinistra della mia macchina.
L’ho visto perdere il controllo dallo specchietto posteriore, e sbalzare dall’altro lato della strada, contro una siepe. Il tempo di andare a soccorrerlo e il tipo davanti a me era già andato via. Gli stronzi ed i loro telefonini non mancano mai. Per fortuna il ragazzo era cosciente, e all’arrivo dell’ambulanza sembrava tutto apposto. Sono stato accanto a lui quanto potevo. Avevo un misto di timore per il suo stato e di rabbia per colui che era andato via. Sapevo di non avere responsabilità, e per fortuna ero supportato da molti testimoni che avevano visto chiaramente quello che era successo.
I carabinieri, giunti dopo un’ora abbondante, mi hanno spiegato come alla fin fine la colpa sia del motociclista, che non rispettava la distanza di sicurezza. E che, per quanto disdicevole il comportamento del fuggitivo, non era comunque coinvolto dell’incidente. La frenata improvvisa può essere sempre possibile.
Ho sentito un paio di volte i genitori del motociclista. Sembra che sia cosciente perfettamente, ma ha avuto danni a fegato e rene. Anche se non si sa di quale entità. Sono in ansia, naturalmente.
Speriamo bene.
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Per Paolo

La tempesta d’estate

Venerdi sera c’era un temporale in arrivo. Porta elettricità direbbe qualcuno.
Ed uno era già passato. Con grandine dai cocci cosi grossi da spaccare le tegole di casa, far cadere foglie come in autunno.
Ma c’era un altro temporale in arrivo. Un fine settimana solo in casa, tutto per me.
Qualcuno sostiene che pensare faccia male, e forse è cosi.
Distrarsi, pensare ad altro, tenersi occupato, può essere una buona risposta molto spesso a ciò che spaventa.
Ma la tempesta non si può rimandare. Ed è arrivata con un giorno di ritardo, quando i presagi erano chiari.
In macchina, il cd di un bel concerto a Milano dei Pearl Jam girava sulle note di Even Flow, mi dirigevo verso Porta Ticinese e dietro di me il cielo continuava ad illuminarsi.
E poi una telefonata. La tempesta perfetta in arrivo a riempire le ore della notte e della giornata di oggi. E dei miei pensieri.
Quando arriva la tempesta non puoi che ripararti in un posto sicuro.
Chiuso in casa a non aver voglia di far nulla. A guardare decine di puntate di Lost. A strappar erbacce dal prato a caso. A lavare come un buon borghesuccio fino all’ultima goccia di grasso dalle ruote della macchina.
Tutto fuorchè pensare.
Ho corso, ho strisciato
Ho scalato questi muri di città
Questi muri di città
Solo per stare con te

Ma non ho ancora trovato quel che sto cercando
Ma non ho ancora trovato quel
che sto cercando

Primi raccolti