Togli quella mano, non ho voglia delle tue carezze.
Cosi le disse, voltandosi dall’altra parte.
Erano già le due e trenta e il sonno non trovava spazio nella sua notte.
Lei cercava di tranquillizzarlo,
ma più lei cercava
più lui s’infastidiva.
Ma la sua testa era sempre li, e più cercava di spostarsi su altro
e più come una calamita essa tornava li.
Che poi, per Dio,
non è che ci stesse poi male a vederli tutti quei pezzi li
da tutto quel tempo.
Le aveva chiesto di non raccoglierli,
il giorno dopo, tra le tazze della colazione.
Lei sapeva che sarebbe stato meglio cosi.
Ma più li guardava e più ogni giorno si rendeva conto
che ne aveva sempre meno bisogno.
Aveva soltanto necessità di comprendere,
capire, perchè tutto in cosi poco tempo,
era finito cosi. In un angolo.
Archivio mensile:Gennaio 2009
Già da un anno
Ma come, un anno fa nasceva questo blog e me ne stavo quasi dimenticando! Ci sarebbe da far festa! Ci sarebbe da tessere le lodi e fare il punto della strada, a questo spazio dove alcuni dei miei pensieri hanno trovato posto. Dove qualcuno ha avuto modo di entrare e trovar spazio, trovandolo accogliente. Dove qualche altro ha avuto modo di conoscermi meglio.
E dove sto cosi bene!
La controfigura di Casini
Guardando Annozero mi rendo conto di quanto è semplice fare opposizione in questo paese.
Si rinsavisce, si riscopre il buon senso delle volte, e si possono sostenere opinioni che altrimenti non avresti avuto.
Se solo non avessi cercato di far le scarpe al premier. E se adesso avresti un posto nel governo a calare la testa ad ogni possibile fandonia di cui si infarciscono le bocche i portavoce non pensanti alla Gasparri.
La circolare del Ministero
Letture del giorno
“Prima settimana dell’Era Obama: una serie di iniziative, una piu’ positiva dell’altra. La procedura per chiudere Guantanamo. I fondi riaperti per le associazioni pro-aborto. L’impegno per le trattative e la pace in Medio Oriente. Via libera a standard energetici piu’ severi, anche per le automobili. In questa settimana i primi test americani sull’uso delle cellule staminali embrionali sono stati autorizzati, una linea ricerca che era stata duramente ostacolata dalla presidenza Bush.
Tutte cose ovviamente giuste, e in realta’ ci sarebbe poco da discutere. Se non che siamo italiani, e in quanto italiani siamo abituati a vedere delle decisioni politiche semplici e ovviamente giuste bloccate da ostacoli che sembrano insormontabili. Con le dovute differenze, questa prima settimana ha ricordato molto le reazioni ai primi mesi del primo governo Zapatero.
Quando ha annunciato il ritiro delle truppe dall’Iraq e poi le ha veramente ritirate. Quando ha dichiarato di voler introdurre i matrimoni gay e poi li ha introdotti veramente. Diciamoci la verita’, noi italiani di sinistra, sotto sotto, stavamo li’ a pensare “mio Dio, questo qui e’ veramente di sinistra, chissa’
P.s.
Altre letture consigliate oggi:
–Una chiesa alla deriva;
–Sulla scarcerazione per lo stupro di Roma;
–Il forcone, i cellulari, Guidonia, Noi;
–Auschwitz;
–Sulla Magione, con nostalgia dell’estate;
Poi, appena ho un pò di tempo, cercherò di capire come funziona il servizio di delicius che in giro ho visto essere il migliore. Non mi convince per niente la barra laterale degli elementi condivisi di google reader.
Cosi, se qualcuno vuole inserire qualche suggerimento, è ben gradito.
Se intanto qualcuno vuole abbreviare la mia ricerca, è ben gradito.
Spizzicando
questa sorta di crisi d’astinenza, ed è uno dei pochi piaceri del quale so godere a pieno soltanto quando sono solo, quando posso prendermi tutto il tempo che voglio.
Nella zona qui intorno poi l’unica libreria in cui spesso mi imbatto è quella del Centro Commerciale in cui spesso pranzo, scevra di qualunque idea si possa accomunare al piacere della lettura.
A Monza mi sono invece quasi affezionato alla solita Feltrinelli, che sarà pure un megastore, ma nella quale riesco a sfogliare tranquillamente un libro, come qualunque posto decente. E poi riesco a trovare un pò di tutto, e sempre facilmente individuabile. Insomma, grande distribuzione non sempre penso faccia rima con superficialità.
Oggi però non avevo bisogno di comprar libri, ne ho già un mucchio sulla scrivania, e non vorrei accumularne ancora.
Volevo comprare un vinile, sapete, la mania del momento. Ho dato un’occhiata al poco disponibile
e poi mi sono piazzato in uno di quei slot con le cuffie. Ho assaggiato un pò dei nuovi Franz Ferdinand, del Boss, di Gianmaria Testa e poi mi sono soffermato sull’ultimo disco di Luca Carboni, l’unico che potevo ascoltare da quegli affari li. Insomma, si tratta di una raccolta di canzoni degli anni settanta, di quelle che fanno parte dell’humus di una generazione, per cui partivo da qualcosa di non perfettamente conosciuto. Ero attirato dalle scelte poi non troppo banali. E dalla canzone di Claudio Lolli che circola adesso in radio. Ma anche le versioni dell’Avvelenata, di Venderò o di Eppure Soffia non mi sono dispiaciute cantate con quella voce strozzata di Carboni. Insomma, un disco da regalare a chi è ancora vergine, per cominciare ad instillare un pò di curiosità.
E poi mi sono messo a sfogliare e a leggere qualche pagina, seduto su una bella poltrona, un libro su Robert Zimmerman, davvero bello, per le foto e per un pò di cose che ho avuto modo di leggere.
A quel punto potevo andare anche a casa.
P.s. Poi il vinile l’ho preso. Ero un pò indeciso con Berlin di Lou Reed. Ma ho preferito puntare su qualcosa che conosco molto meno. E che stasera ho ascoltato già tre volte. Nonostante i puristi del vinile sconsiglino queste sovraesposizioni.
Dov’è?
E’ un buon periodo, lo so.
Ma mi dispiace aver poco tempo per scrivere qui, nonostante ne abbia voglia, in alcuni momenti, quasi quanto la scorsa primavera.
L’affare Genchi
“E’ utile dunque, all’inizio di una settimana dove saranno raccontate rumorose “bufale”, fissare qualche punto fermo, illuminare il lavoro di Genchi, avanzare infine qualche domanda.
Punti fermi, tre.
1. Berlusconi mente. Nell’archivio di Genchi non c’è alcuna intercettazione telefonica, ma soltanto analisi di tabulati telefonici. Per le due inchieste di De Magistris, e su sua delega, Genchi ha messo insieme 1.042 tabulati, un milione di contatti, 578 mila schede anagrafiche.
2. Berlusconi ritrova troppo tardi la parola e la memoria senza mai perdere la sua malafede. Non ha battuto ciglio quando si sono scoperti gli archivi illegali della Telecom dell’amico Marco Tronchetti Provera (anche lì, si raccoglievano abusivamente tabulati e si intercettavano mail). Non ha emesso un fiato quando il suo nemico Romano Prodi è stato indagato proprio alla luce dell’analisi dei “dati di traffico della sim gsm 320740… intestata alla Delta spa presso la Wind, volturata il 1 aprile 2004, all'”Associazione l’Ulivo i Democratici” di Bologna, contratto trasferito il 17 febbraio 2005 a Roma in piazza Santi Apostoli 73, sede dell’Ulivo, e due mesi dopo alla Presidenza del Consiglio, via della Mercede 96, Roma”. Scritto nero su bianco in una consulenza di Genchi. Dov’era allora l’indignazione di Berlusconi? Non ce n’era traccia. Quell’indagine poteva azzoppare il governo di centrosinistra e tutto faceva brodo. Anche il lavoro di Gioacchino Genchi.
3. I rumorosi strepiti di Berlusconi non rivelano nulla di quanto già non si conoscesse per lo meno da sedici mesi. “De Magistris ha acquisito migliaia di tabulati telefonici di cittadini le cui utenze (cellulari e di rete fissa) erano emerse tra i contatti di diversi suoi indagati – scrive la Stampa, il 4 ottobre 2007 – . Nell’elenco ci sono tra gli altri, il presidente del Consiglio Prodi, l’ex-presidente del Consiglio Berlusconi, il ministro dell’Interno Amato, e della Giustizia Mastella; il viceministro dell’Interno Minniti; il presidente del Senato Marini, l’ex-presidente della Camera Casini, il segretario dell’Udc, Cesa, il vecepresidente del Csm Mancino. I movimenti dei numeri telefonici acquisiti riguardano anche il capo della polizia De Gennaro, il vicecapo vicario De Sena, il direttore del Sisde Gabrielli, il direttore del Servizio di polizia postale e telecomunicazioni Vulpiani, il direttore della Dia, Sasso, il generale di corpo d’armata Piccirillo, il presidente dell’Anm Gennaro, il procuratore aggiunto di Milano Spataro, il pm antiterrorismo di Roma Saviotti, quattro sostituti della procura nazionale antimafia, diversi membri della commissione parlamentare antimafia, deputati, senatori, questori della Camera, presidenti di commissioni di Palazzo Madama”. L’elenco (sempre smentito da De Magistris) mostra più di tante parole la strumentalità della sortita allarmata di Berlusconi. Ma come c’è anche il suo nome in quella classifica abusiva e Berlusconi non dice una parola, non protesta, non chiede spiegazioni? E se non si preoccupava allora, perché oggi parla di “scandalo storico”?
Il Cavaliere oggi ha compreso che l'”affare Genchi” può essere la leva per scardinare le resistenze che An, Lega, Pd oppongono al suo progetto di cancellare le intercettazioni dagli strumenti di indagine e fare del pubblico ministero il “notaio” delle polizie. Se non si dice, dunque, di Genchi – chi è, che cosa fa, come lo fa, grazie a chi – non si comprendono le ambiguità possibili del suo lavoro.”
Ed intanto lui ci infarcisce con le sue splendide battute alle quali non si riesce a sorridere, neanche estirpando tutte le cellule cerebrali (ma parlo per quelli che ce le hanno ancora, naturalmente!)
Arrivano i nostri
Ah beh, adesso “S” esce anche a Milano e a Roma.
Ottima scoperta, non dovrò rubare la copia a mio fratello quando torno a casa per sapere certe cose.
Ne avevo già parlato a suo tempo, una rivista che parla di Mafia nelle sue evoluzioni continue, figlia di un buon giornalismo d’inchiesta nel dna della Sicilia.
Little Miss Sunshine
Ho sorriso dell’ironia e della follia che salva questa folle famiglia media americana.
Una famiglia costellata da personaggi eccessivi, perfino troppo nei loro stereotipi.Il nonno sniffatore e appassionato di pornoriviste, lo zio professore universitario, studioso di Proust e suicida fallito, il figlio adolescente con il voto del silenzio in venerazione a Nietzsche, la madre sull’orlo di una crisi di nervi nel delirio che la circonda ed un padre perdente, sull’orlo della bancarotta ma teorico della via per il successo con la quale cerca di indottrinare l’intera famiglia.
E la piccola Olive, cinque anni e l’obiettivo di partecipare al concorso per Piccola Miss California. Uno di quegli assurdi concorsi per piccoli talenti che nel nostro immaginario rappresentano il peggio della cultura americana.
L’obiettivo diventa però realistico, possibile, soltanto passando per un lungo viaggio, a bordo di uno sgangherato pulmino Wolkswagen, che farà uscir fuori tutti gli eccessi dei personaggi all’interno di scene al limite del paradosso, esilaranti nella loro assurdità. E delle quali si può sorridere soltanto a denti stretti.
Un sorriso che però lentamente si espande a tutto il viso nella contagiosa scena finale, liberatoria, che la piccola Olive regala alla sua famiglia.