Archivio mensile:Maggio 2010
Cartolina da Karlsruhe
Le vittorie degli altri
Camminando lungo via Torino era già una sfilata di maglie nerazzure dalle prime ore del pomeriggio, di bandiere svolazzanti e di strombazzate stramaledette dai negozianti in quella giornata troppo caotica persino per Milano.
Quando poi raggiungevi piazza Duomo era un tappeto di gente festante, incurante di ogni scaramanzia, già alle sei del pomeriggio, che non potevi fare a meno di ritrovarti dopo poco a cantare, tra il sorpreso e l’attonito, un “pazza inter, amala”.
Anche a voler sfuggire, percorrendo il tunnel verso la metro, quando già comprendevi di aver superato un limite autoimposto, non rimaneva che il fiume di gente che svuotava letteralmente ogni vagone inondandoti di sciarpe e striscioni, fino a sentir dire, superata la marea:
“che se poi vince davvero l’Inter mi emoziono almeno dieci volte tanto che per la vittoria dell’Italia al mondiale, già lo so.”
Che dice di per se tutto.
Mi sono tenuto cosi lontano da quella festa che non mi apparteneva e ho gioito anch’io in realtà, perchè agli interisti ho sempre voluto bene, sono sempre stati gli amici da prendere in giro, senza poter mai ribattere, con cui giocavi facile, che soffrivano in silenzio nella loro mestizia da astinenza. E a me, quelli cosi, mi sono sempre stati simpatici.
Chi la ferma più?
(via Alaska)
A Fivelandia
Storia di ordinaria idiozia
-“Lasciamo la macchina da mio fratello, ci accompagna lui in aeroporto, magari ci offre pure il pranzo”
-“Vabbò, se per lui non ci sono problemi”.
La storia
Venerdi pomeriggio, aereo in partenza per Palermo, ed a farmi compagnia Alessandro. Partenza in concomitanza, e ritorno separato, visto che lui prolungherà la sua vacanza di qualche giorno.
Già in fila per l’imbarco, quando oramai le hostess sono a vista d’occhio, superata l’ultima curva di quest’astrusa nuova disposizione dell’aeroporto, una telefonata ci interrompe.
-“Ma Ale me le ha lasciate le chiavi?”
-“Perchè? Aspè che gli dico di controllare”
-“Cazz…mi sono dimenticato di dirgli che mercoledì mattina passerà la pulizia delle strade”
-“Ma che ne sapeva lui. E poi come hai fatto a dimenticarlo, se l’altra volta ti sei preso la multa pure tu. E poi sono io lo stonato della famiglia.”
Intanto Ale, infila le mani nelle tasche del suo zaino da campeggio, alla ricerca delle benemerite chiavi.
-“Qua sono”.
-“Apposto, perfetto”.
Attimo di panico, sguardo perso come un pesce rosso in un acquario, ed una ragazza, evidentemente incuriosita dalla discussione, comprendendo la situazione e la nostra totale inerzia, ci suggerisce un’alternativa:
” Perchè non le lasciate all’ufficio oggetti smarriti e poi lui le viene a prendere. Si può fare, credo.”
Neanche il tempo di finire la frase, ed Ale era già sparito.
Faccio passare i pochi dietro di me nella fila, ma insomma, non c’è molto da temporaggiare, visto che tra due minuti sarò li davanti, pronto a staccare i biglietti. Ed ancora lui non si vede.
Mi trattengo indifferente, faccio passare due ritardatari, ma è proprio il mio turno.
-“Il suo biglietto, signore“.
-“ehm… si ecco, però sto aspettando un mio amico che è dovuto scappare per fare una cosa, se….se potete aspettare due secondi ancora”.
Sguardo infastidito all’orologio.
“uhmm….Ma cos’è andato a fare..“
Ed ecco che spunta dalla stessa curva, trafelato, pronto per staccare il biglietto, anche lui.
“Com’è finita?”
“Niente, sono andato al controllo bagagli e lo volevo lasciare alla ragazza li, però mi ha fatto notare che tuo fratello lì non sarebbe potuto arrivare”
“E allora”
“Vabbene, ora lo chiamo. Hai visto che ce l’abbiamo fatta. Almeno ringrazia quella tipa li, e la sua idea”.
Arrivo a Palermo ed in contemporanea l’sms.
“Ale mi deve 40 €“
Domenica sera. Trolley che cingola, quasi, tra le mattonelle disconnesse di fronte casa. Carichiamo, che tra un’ora e mezza l’aereo parte.
Quando, un sms.
“Siamo degli idioti. Abbiamo fatto un casino, e poi perchè non gliele abbiamo fatte lasciare a te, visto che tornavi oggi? Che……“
Come dire, l’intelligenza si dimostra sotto stress. E la nostra era, evidentemente, assente.
Chiamate Bruce Willis
Nonostante la compagnia incriminata cerca di dare un tocco di trasparenza mettendo online l’immagine di una delle due falle, poca chiarezza viene fatta sulle cause del disastro.
Si parla di due valvole di sicurezza non installate e di perforazioni oltre i limiti concessi, nonchè di test di sicurezza non superati il giorno stesso dell’incidente.
Riguardo alle valvole di sicurezza, di cui una prevista per legge, rimane inspiegabile il motivo per il quale un impianto che estrae petrolio per un importo di 400.000 $ al giorno non trovi il modo di adeguarsi ad una norma già utilizzata dall’Eni, ad esempio, da più di dieci anni.
Operazione che avrebbe consentito una chiusura istantanea della valvola in caso di un ESD (Emergency Shutdown), che avrebbe quindi bloccato la fuoriscita della miscela gas – petrolio a valle della falla.
Tutto a fronte di una spesa non esorbitante ma che avrebbe richiesto una fermata dell’impianto almeno per un paio di giorni, evento inconcepibile per chi ha in gestione la piattaforma.
Perchè, parliamoci chiaro, l’unico vero motivo per il quale molto spesso queste operazioni di manutenzione e di integrazione non vengono eseguite risiede proprio nella necessità di interrompere una produzione che deve procedere nel senso del massimo guadagno e di un ritmo che non può essere interrotto.
Per cui, per quanto il gioco di rimpiattino sia cominciato tra le parti in causa, le fondamenta di quanto sta avvenendo sono da ricercare nell’assoluta incapacità della nostra civiltà di rinunciare al petrolio come fonte combustibile, e dei governi nazionali nell’infliggere a tali compagnie multe che siano realmente in grado di disicentivare comportamenti maldestri come quelli perpetuati in questo caso dalla B.P.
Del resto la storia dello sfruttamento petrolifero, tra le molte macchie lasciate dal suo passaggio, è ricca di eventi che dimostrano l’incapacità di governi, che definire deboli è un eufemismo, nel far rispettare delle norme di sicurezza elementari.
Lo racconta in una puntata imperdibile di Report Milena Gabanelli, affrontando la situazione nigeriana, ed in particolare il fenomeno del “gas flaring“, della fiamma cioè generata dalla fuoriscita nell’atmosfera del gas naturale (la stessa nube visibile in questo video) , tossica per l’uomo e per l’ambiente e che continua a far parte del panorama visibile in tutto il delta del Niger, nonostante siano presenti norme del tutto ignorate già dal 1979.
O meglio, che soltanto nel 2012 risulteranno attuate. O almeno così si spera.
p.s. il titolo è una sua idea.
C’è B.P. e B.P.
Robe di casa mia
Code, incontri, umori
Ci sorridono, alla fine, i nostri compari casuali di questo, pomeriggio.
Forse adesso meglio dedicarsi ad architettura e storia, e ciò che accadrà accadrà, oramai la prossima settimana.
Chissà mai.