Sono tornato da appena due giorni.
E’ un lentissimo ritorno alla normalità.
Tengo lontano il rumore del nostro provincialismo, per il nostro piccolissimo mondo. Quasi mi infastidisce, oggi.
Sono passato direttamente da Genova, e soltanto oggi sono arrivato a casa, posticipando a domani il ritorno in ufficio.
Mi sono ricordato di non aver pubblicato quanto avevo scritto le ore prima della partenza.
Ultimo giorno.
Le ultime ore prima di partire si consumano lentamente, nell’attesa annoiata nella camera d’albergo.
Annoiato forse non sarebbe l’aggettivo più adatto nel descrivere la pienezza di questi momenti. Avrei potuto avere tutto il tempo per annoiarmi in questi giorni, ma non si può mai dire che mi sia trovato nella condizione di desiderare null’altro da fare.
In nave le attrattive non sono molte. Le giornate cominciano alle sei del mattino, la colazione è servita fino alle sette, e già in quell’ora ognuno ha conquistato la propria posizione.
Alle nove, secondo una tradizione rispettata ovunque, su ogni piattaforma, si serve una
pizza fumante, mentre il caffè nero e lungo è sempre a disposizione.
Si pranza già dalle undici e fino all’una, e praticamente a distanza di ogni due ore
c’è la possibilità di sgranocchiare qualcosa, almeno fino alle nove di sera.
Due ore dopo la cena.
Ho passato molto tempo lavorando, anche oltre l’orario in cui gli altri riposavano, e con indosso ancora la mia tuta da lavoro gironzolando tra la nave ascoltavo i canti di preghiera
dei Nigeriani, riuniti in sala mensa, e le discussioni nella sala caffè.
Il telefono, l’unico, spesso non funzionava, ed anche la Rete, nell’unico computer a disposizione, qualora girasse, era di una lentezza che mi portava indietro al ’97.
Chiamavamo con il nostro satellitare, fuori, sul ponte. Per fortuna. E, nel mare tutto illuminato dalla torcia che bruciava gas, una di
quelle sere un bel gruppo di delfini si è messo a giocherellare, difronte a me, eccitato come un bambino al luna Park.
Nonostante tutto erano giornate talmente piene che anche tornando in cabina, trovavo il modo per
godermi anche le ore di relax, prima di andare a letto. Ho letto Lindo Ferretti e la sua autobiografia, “la verità dell’Alligatore” di Massimo Carlotto,
ed un paio di numeri di Wired e dell’Internazionale.
Mi son fatto una cultura di televisioni locali e di reti internazionali. Avrei voluto vedere per intero
l’Inter battere il Barcellona, se la televisione non avesse continuato a gracchiare per tutti e novanta i minuti.
E poi ho visto una gran quantità di film.
– in volo, “Questioni di cuore”, Voto 8.
– L’intera serie di “Romanzo Criminale”. Voto 8.
– Good night and good luck. Voto 6,5.
– Fascisti su marte. Voto 6,5.
– Soul Kitchen. Voto 5,5.– Lo spazio bianco. Voto 7.
– Lebanon. Voto 6,5.
– La matassa. Voto 7,5.
– Così parlò Bellavista. Voto 4,5.
– Valentino, l’ultimo imperatore. Voto 8.
– Gli abbracci spezzati. Voto 7,5.
– Accordi e disaccordi. Voto 6,5.
Oh, sono già quasi venti giorni che son lontano da casa.
p.s. le foto, fatte con un iphone, sono meglio che nulla. Per cui magari le pubblico, o magari no.