Esce la macchina dal garage, sistema gli ultimi pacchi nel bagagliaio, i bambini li posiziona sul seggiolino, la moglie accanto a lui aggancia la cintura di sicurezza. Con un leggero tocco delle dita sposta lo specchietto retrovisore e poi lancia un’ultima occhiata al muso della sua utilitaria tirata a lucido prima del viaggio che lo porterà al mare, finalmente.
Giusto il tempo di fare retromarcia prima che un uccello di passaggio su quel cielo non decida di depositare un getto scagazzante sul cruscotto, poco sopra al tergicristallo.
Incurante, con uno spruzzo cerca di tirar via l’orripilante regalo, ma l’imbratto si espande con il fastidioso rumore del tergicristallo a far da sottofondo.
Costretto a riaprire nuovamente la porta del garage, tirar fuori un secchio e gettarlo con forza contro quel vetro oramai unto, sente qualcosa nel suo motivato buonumore incrinarsi. Il presagio di qualcosa che da quel momento sarà inevitabile, e che probabilmente l’accompagnerà per tutti e quattrocento i chilometri che si troverà a percorrere.
Non starò neanche ad elencarle, le sfighe, perchè per certe è meglio mantenere un certo riserbo, quanto meno per riservare quel briciolo di dignità che ormai resta. Tanto certi resti, sono ancora visibili, intorno a me. Solo per gli occhi attenti.
Però, quando per quelle strane coincidenze sono rimasto solo per le strade di Genova e, preso dalla certezza che tracannarmi due litri di birra all’Oktoberfest in piazza Vittoria sarebbe stato quanto meno avvilente, ho deciso di recarmi da Blockbuster, non pensavo potesse ancora esistere un posto del genere.
Un luogo in cui trovare così tanti bipedi disposti a fare una fila, dopo aver vagato tra gli scaffali dribblando popcorn e cheesecake, e cosa ancor più inconcepibile disposti a pagare ben 4,95€ per noleggiare un film, che si, potrai tenere anche tre sere di seguito, neanche fosse “C’era una volta in America“, ma che fondamentalmente potresti procurarti in almeno dodici modi diversi.
Un luogo che è un residuo del passato a cui rimane ostinatamente legato, come se gli anni 90, ehi, fossero ancora intorno a noi. Come se non fosse passato tra noi Napster, Emule, Torrent, Coolstreaming, linkstreaming e quant’altro. Come se non ci fosse un modo per essere competitivi ancora oggi, magari offrendo un download in chiavetta in pochi minuti, o più semplicemente offrendo dei prezzi più competitivi.
Vederli così avviare, con coerenza magari, verso la fine, è roba da folli. Con le loro belle magliettine gialle. Da kamikaze sorridenti.
Per la cronaca l’inconsistenza della serata mi ha spinto a farlo, e cos’ì anch’io dopo la fila glieli ho pure dati quei cinque euro scarsi. Ed ho fatto pure la tessera. La conserverò tra i cimeli.
Peccato che poi quel maledetto lettore dvd non funzionasse. Vacca boia.
Avevo lasciato questo post come non letto per giorni. Pensavo fosse una storia insolita, che meritasse. Invece sei tu, con le solite sfighe. Nulla di nuovo sotto questo cielo insomma.
Ciao,
Emanuele
Oh my God…mi dispiace aver deluso le tue candide aspettative.
Ma cosa ti vuoi aspettare da me, posso soltanto rinominare questo blog "Memorie delle sfighe".Che ne pensi?
Hai letto il post su Nuvolari?
Si che l'ho letto, non avevo che dire. 😛
Ci vediamo tra un'ora (traffico permettendo…).
Ciao,
Emanuele