Leggere Colazione da Tiffany a Shiraz/All’interno della moschea

Venerdì, il giorno delle elezioni al parlamento, sono entrato dentro una moschea. La più grande di Shiraz. Tra le file tra i votanti e le voci che si alzavano per la preghiera, dopo qualche esitazione iniziale, per via del fatto che in quelle situazioni non sai davvero come comportarti sono riuscito a scattare qualche foto nonostante che, come raccontato qualche giorno fa, la macchina fotografica era stata consegnata ai responsabili della sicurezza. A togliermi dall’esitazione è stato Said, il mio accompagnatore, che per primo ha preso il mio cellulare e ha scattato la prima foto. Poi mi sono fatto prendere la mano e, cercando di non essere troppo appariscente nei movimenti, qualcosa che racconta ciò che non mi sarei aspettato di vedere, sono riuscito a mostrarlo in queste foto, elaborate poi con qualche filtro di Hipstamatic per renderle più interessanti.

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Anche se la situazione era tranquilla, nulla si può ritenere realmente tale da quelle parti, come ho capito nei giorni trascorsi qui.

E non mi stupisco quindi che  oramai qualche servizio di reportage venga fatto in questo modo, soprattutto da zone di guerra, dove avere una fotocamera in mano ti rende bersaglio facilmente individuabile.

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