Ieri sono scappato dal centro giusto in tempo (non volontariamente) per non avere a che fare con i festeggiamenti dei milanisti. Chi c’era mi ha raccontato, tornando, che l’inno della serata era “Eto’o, Eto’o, Eto’o, Eto’o, Eto’o, ti hanno visto con le rose, con le rose nel metrò”. Ecco, a parte che di giocatori corretti come Eto’o se ne vedono pochi e poi, se lo sfottó tra cugini è cosa sana, vederlo così banalmente cadere nel razzismo fa veramente pena. Senza contare che, nel silenzio quasi generale, sono affondati in mare, quasi novecento immigrati.