Due notizie da Palermo

Apprendo solo adesso che le forze dell’ordine, dopo vari tentativi, hanno effettuato lo sgombero dello Zetalab, storico laboratorio sociale occupato palermitano, che tra le tante attività offriva ospitalità ad un folto gruppo di extracomunitari, aiutandone l’inserimento nel nostro paese. La storia del luogo, che giaceva in stato d’abbandono da parecchi anni, ed i motivi che hanno condotto alla giornata di oggi sono spiegati in queste pagine.

Nella stessa giornata la città si è svegliata con i muri tapezzati dai manifesti su cui campeggiava l’immagine dei recenti arresti di Nicchi e Raccuglia, con su la scritta “Farete tutti questa fine“. Era la lodevole iniziativa della Giovane Italia, movimento giovanile dell’ala ex-An del Pdl, un modo per ricordare l’anniversario della nascita di Paolo Borsellino. Il manifesto non si fermava allo slogan ma si faceva portatore di un messaggio alla classe politica per dare l’ultimo scossone al potere mafioso.
Fermo restando che iniziative come queste siano apprezzabili, soltanto un cruccio mi disturba. Da sempre, almeno da quando ho memoria, non ricordo un’iniziativa simile proposta dai gruppi affini a quello di cui sopra che abbiano ricordato con la stessa enfasi le altre vittime della ferocia mafiosa. Il limite tra la necessita della memoria e lo sfruttamento dell’immagine, e delle simpatie politiche, di un uomo della caratura di Paolo Borsellino, è parecchio sottile.

Update: Sergio, sul suo blog, racconta l’esperienza diretta su quanto successo ieri allo Zetalab.

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