Che sarà anche l’ultima, spero, in cui non andrò a votare.
Non voglio aggiungermi alle fila dei disillusi, essere conteggiato tra essi.
Ho deciso, finora, di conservare la mia residenza a Palermo, nella convinzione che il mio voto, li, avrebbe un peso diverso.
Adesso, non so più se è il tempo per questa scelta. Comincia a pesarmi. Le difficoltà nel pianificare il viaggio per tempo, e quindi nel contenere i costi, mi allontano dal mio dovere.
I contributi offerti dal governo, esclusivamente per il viaggio in treno, sono ridicoli e inattuali. E cosi, il mio voto, come quello di tanti che lasciano la propria regione, per studio o per lavoro, si disperde. Il diritto al voto, sancito dalla costituzione, non conta.
Eppure si, ne comprendo le motivazioni. Probabilmente un voto libero da logiche clientelari non conviene a nessuno. Chi vive fuori non ha da chiedere favori. E cosi forse l’effetto sarebbe indesiderato a molti. Romperebbe alcuni schemi precostituiti da sempre, probabilmente.
Eppure, in molti paesi europei, è una possibilità concreta. Cosi come è una possibilità per chi decide di vivere fuori dai confini nazionali. Che può votare nel paese di residenza ed in quello d’origine.
Esistono difficoltà logistiche, comprensibili, ma esistono anche possibilità di voto alternative (vedi voto per delega, per corrispondenza o in un diverso seggio), che non vengono attuate.
Forse non ne comprendo a pieno le difficoltà, ma il problema sembra non interessare a nessuno, politici per primi.
Eccezion fatta per Rita Borsellino, che tempo fa organizzò un indimenticabile Rita Express, per trasportare i fuorisede in Sicilia, ai tempi della sua candidatura alle regionali.
E che sostiene ancora questa stessa idea, appoggiando una petizione popolare, con queste parole:
“Mi unisco all’appello degli universitari fuori sede che in questi giorni hanno chiesto di poter votare per le prossime elezioni nei seggi delle città in cui studiano. In un momento in cui si lamenta la distanza dei giovani dalla politica, questo è un segnale importantissimo che merita una risposta. Del resto, in altri paesi europei questa possibilità viene concessa ed è assurdo che l’Italia non si sia ancora adeguata per garantire un diritto fondamentale come quelle del voto. Non dimentichiamoci che oggi gli studenti fuori sede italiani sono circa 250 mila”.
Andate a firmare anche voi, per quel che conta.
Domani potreste essere voi, nella stessa situazione.
Argh sai che mi ero dimenticato di questa difficoltà? In effetti i miei fratelli non han votato… e chissà quanti altri studenti si saranno trovati nella medesima condizione.
Ciao,
Emanuele
non fu rita borsellino a organizzare il rita-express, furono una serie di studenti universitari che appoggiavano il progetto di rita borsellino (lo preciso per chiarezza, il valore è ben diverso)
Si, fu una manifestazione nata spontaneamente, e per questo ancora più bella.
Comunque credo che mi sia spiegato male nel post