“Fanculo il successo. Voglio una vita, ecco. Voglio una casa. Voglio innamorarmi, bere una birra in pubblico, andare in libreria e scegliermi un libro leggendo la quarta di copertina. Voglio passeggiare, prendere il sole, camminare sotto la pioggia, incontrare senza paura e senza spaventarla mia madre. Voglio avere intorno i miei amici e poter ridere e non dover parlare di me, sempre di me come se fossi un malato terminale e loro fossero alle prese con una visita noiosa eppure inevitabile. Cazzo, ho soltanto ventotto anni!’Fanculo il successo. Voglio una vita, ecco. Voglio una casa. Voglio innamorarmi, bere una birra in pubblico, andare in libreria e scegliermi un libro leggendo la quarta di copertina. Voglio passeggiare, prendere il sole, camminare sotto la pioggia, incontrare senza paura e senza spaventarla mia madre. Voglio avere intorno i miei amici e poter ridere e non dover parlare di me, sempre di me come se fossi un malato terminale e loro fossero alle prese con una visita noiosa eppure inevitabile. Cazzo, ho soltanto ventotto anni!“
Ho appena finito di leggere il messaggio scritto da Roberto Saviano oggi. E’ da brividi pensare a come possa essere la sua vita, in questo paese. Siamo stati noi, suoi lettori, a costruirgli questa gabbia intorno.
Paradossalmente il nostro desiderio di conoscere quella realtà da lui raccontata non ha fatto che accrescere la sua di gabbia, e non quella dei protagonisti delle sue denunce. Per di più accusato spesso, del suo stesso successo, da critici e dai suoi stessi concittadini, come visto ieri sera alle Iene. In un paese come l’Italia in cui successo e denaro sono gli unici valori osannati. Altro paradosso.
Se andrà sarà meglio, forse. Non siamo un paese in grado di difendere uomini come lui. Non ne abbiamo l’autorevolezza necessaria, per molti motivi. Non per ultimo perchè abbiamo sottosegretari e ministri eletti con quei voti li (basterebbe vedere l’impatto mediatico dell’inchiesta dell’espresso di queste settimane). Siamo un paese che non è in grado di indignarsi. Ed allora meglio andar via. Non vogliamo aver bisogno di eroi. Vorremmo soltanto abbracciare un ragazzo di ventotto anni e ringraziarlo del suo coraggio che fa sentire tanti di noi cosi piccoli dietro queste tastiere.
Se andrà sarà meglio, forse. Non siamo un paese in grado di difendere uomini come lui. Non ne abbiamo l’autorevolezza necessaria, per molti motivi. Non per ultimo perchè abbiamo sottosegretari e ministri eletti con quei voti li (basterebbe vedere l’impatto mediatico dell’inchiesta dell’espresso di queste settimane). Siamo un paese che non è in grado di indignarsi. Ed allora meglio andar via. Non vogliamo aver bisogno di eroi. Vorremmo soltanto abbracciare un ragazzo di ventotto anni e ringraziarlo del suo coraggio che fa sentire tanti di noi cosi piccoli dietro queste tastiere.