Un curriculum di tutto rispetto, anni di lavoro sommerso agli ordini del suo Superiore di cui ha ripetuto pedissequamente le dichiarazioni fino allo svenimento, anni di collaborazioni più o meno sospette con varie società a partecipazione mafiosa sono state premiate. Di lui parla ampliamente Lirio Abbate nello spiegare la rete di favoreggiatori alla mafia nell’intellighenzia Siciliana, posti ad esempio nelle posizioni di rilievo per gestire fondi e consulenze.
A livello nazionale il suo nome è associato all’ormai famoso lodo Maccanico-Schifani che in un modo o nell’altro dichiarava l’ingiudicabilità di Silvio Berlusconi in qualunque processo a suo carico.
A Palermo, per chi può ricordare, risultano scolpite nella storia le prestazioni di grande rispetto verso i suoi elettori, soprattutto quando si ha la possibilità di esibire i propri privilegi e la propria arroganza all’ingresso dei cinema. Cosa tral’altro ripetutasi più volte con tanto di individuazione delle maschere che ne avevano proibito l’ingresso e invio di pattuglie della polizia per favorirne l’ingresso.
Insomma atteggiamenti che ben si sposano con le parole di estremo rispetto pronunciate pochi giorni fa nel suo discorso di insediamento al Senato. La platea naturalmente ha applaudito calorosamente.
Ma io mi chiedo, come può il popolo che vuole la “sicurezza” voler essere governato da taluni elementi? Se nella scorsa legislatura si parlava di senato retto da quei “decrepiti” senatori a vita adesso su cosa si reggerà?
Ti (Ri)porto al Senato
Ecco quindi che i primi atti della nuova legislatura prendono forma, le prime cariche istituzionali sono già assegnate e per noi Palermitani si può già parlare di grosse soddisfazioni. Il nuovo governo dimostra di amare la Sicilia, feudo di voti plebiscitari, e per questo fa sedere sullo scranno più alto un uomo dall’alta caratura intellettuale e morale, Renato Schifani.
Come dice qualcuno, quello lì non è un cognome ma un titolo onorifico!