Una sera, durante una riunione, pronunci la parola Stile, riempiendola di enfasi, ma ti rendi conto di quanto quella parola possa essere ambivalente, risultare vuota nell’accezione più comune.
Ma è, per me, soltanto la parola che ho imparato molto tempo fa nello scoutismo, qualcosa di indefinibile, ma che riguarda il carattere, il modo di porsi al mondo, fatta di piccole cose in grado di definirti.
Lo STILE SCOUT […] si manifesta anche in una serie di comportamenti esteriori, coerenti con questa scelta e derivanti da essa, sia durante le attività sia al di fuori di esse. Lo stile è anche un reciproco richiamo a vivere coerentemente le scelte fatte. Esiste uno stile degli Scout nel fare le cose, nello stare con gli altri, nel vivere in certi luoghi e nello stare insieme.E’ stile: avere costante e attenzione agli altri; essere disponibili all’ascolto, ad aiutare a diffondere serenità e gioia; avere un certo modo di presentarsi, di accogliere, di muoversi; essere capaci di scegliere tra due soluzioni quella più rispettosa degli altri e dell’ambiente, anche se costa di più; saper pagare di persona le proprie scelte, anche e soprattutto nelle piccole cose. Lo stile è fatto di piccole cose. (da Cerimonie Scout, di Mario Sica)
Dovrebbe tornare di moda, lo stile. E anche la retorica.
(E pensare che ero ad una riunione di partito)