Quorum negativi

Il mancato del raggiungimento del quorum non indica per nessun motivo la vittoria del No. Indica semplicemente che la gente non vuole esprimere la propria volontà perchè:
– stanca delle tante sessioni elettorali cosi ravvicinate;
– perchè non ha capito cosa sarebbe andata a votare;
– perchè non aveva le idee chiare, che i partiti hanno contribuito a confondere ancora di più con repentini cambi di rotta;
– perchè non si è fatta una campagna seria.

E comunque quest’idea della vittoria del quorum negativo è quanto mai perversa, come scrive Leonardo:

Una di queste controindicazioni, la più perversa, è l’istituzionalizzazione del Quorum Negativo. Mi riferisco alla rivoluzione copernicana per cui, dal 2000 in poi, il referendum non serve più ad abrogare una legge, ma a consacrarla: secondo il principio per cui, siccome il 50%+1 degli aventi diritto non è andato a votare, evidentemente il testo di legge alla maggioranza va bene così com’è. Uno stravolgimento che ha reso particolarmente spiacevole la consultazione sulla fecondazione assistita del 2005. Se i principali artefici dello stravolgimento furono i vescovi della CEI, che trasformarono il non pronunciamento del popolo in un successo mediatico, non bisogna dimenticare che la volata di Ruini la tirarono i promotori del referendum, che decisero di sfidare Chiesa e maggioranza parlamentare con uno strumento che non funzionava già da dieci anni. Una cosa che a ripensarci non ci si crede: ma chi erano quei promotori? Cosa volevano ottenere? Uno era Capezzone.

Detto questo dei 21 referendum abrogativi degli ultimi 12 anni nessuno è riuscito a raggiungere il quorum. Qualcosa vuol pur dire, no?

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