Ma il bello non richiede una conoscenza cosi approfondita, colpisce per la sua capacità di suscitare emozioni al più ignorante cosi come al più ardito dei critici. E di fronte ad essa non si può che rimanere ammirati.
Sabato, credo di aver vissuto un qualcosa di simile. Avevo infatti letto di una mostra a Bagheria di Renato Guttuso e così ero stato spinto a visitarla, mosso dalla curiosità di vedere da vicino quelle poche opere che conoscevo.
Villa Cattolica, dove si teneva la mostra e in cui ha luogo la sua casa
museo, è una stupenda villa settecentesca tra le tante che popola Bagheria. Posta su una collinetta da una visione perfetta dell’intero golfo. La bellezza del luogo è disturbata dal mostro di ferro costruito troppo vicino alle sue mura proprio per distogliere dall’idea che qualcosa di cosi affascinante possa esistere. Leggevo proprio ieri su un libro di quanto noi Siciliani poco amiamo la perfezione, non si sa bene se per paura di somigliare troppo alla perfezione di Dio o se per paura dell’immobilità che deriva dalla perfezione che non permette di individuare un obiettivo prossimo. E in cui intravediamo quindi una possibile fine.
Pagato con Silvia il biglietto siamo stati subito travolti dalla bellezza travolgente di quei quadri dai quali l’energia si sprigionava continuamente suppur nella loro immobilità. I colori erano perfettamente amalgamati nel creare cromie perfette. La grandezza maestosa dei quadri ci rendeva partecipi della scena.
La rappresentazione della realtà era completa, dalla dimensione privata a quella più strenuamente sociale del suo impegno politico, all’amore per la terra di Sicilia. I funerali di Togliatti,
Vi consiglio di vederla. Se potete.