Mediterraneo e Mango

Di Mango ricordavo le giacché oversize nei Sanremo annoiati di Pippo Baudo, quelli che cercavamo di evitare e che adesso vengono beatificati, il questo culto perenne per la nostalgia.

Ma di Mango, tornando a lui, non mi piaceva nulla, mi suonava come un suono antico, con quella sua voce cantilenante e quasi eterea.

Quest’estate, nella quale mi sono preso il tempo per maneggiare con continuità posti dai quali cerco di allontanare il pensiero il piu possibile, per non diventare vittima della malinconia, la voce di Mango é stata una riscoperta e una colonna sonora, la compagnia perfetta per certi paesaggi e sensazioni.

Canzoni come Mediterraneo, sono poi, perfette in questo senso, anche grazie alle parole di Mogol. 

É il mediterraneo, nella sua essenza, il Sud. 


La montagna là / e la strada che piano vien giù

tra i pini e il sole / un paese

Mediterraneo da scoprire

con le chiese

Mediterraneo da pregare

Siedi qui / e getta lo sguardo giù

tra gli ulivi / l’acqua è scura quasi blu

e laggiù / vola un falco laggiù

sembra guardi noi / fermi così

grandi come mai

Guarda là  / quella nuvola che va

vola già / dentro nell’eternità

Quella lunga scia / della gente in silenzio per via

che prega piano / sotto il sole

Mediterraneo da soffrire

sotto il sole

Mediterraneo per morire

Siedi qui e lasciati andar così / lascia che

entri il sole dentro te / e respira

tutta l’aria che puoi / i profumi che

senti anche tu / sparsi intorno a noi

Guarda là  / quella nuvola che va

vola già / dentro nell’eternità

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