Oramai è chiaro che il flusso seguito da queste pagine è inversamente proporzionale all’intensità delle mie giornate.
Giorni in cui tracima di pubblicazioni e in cui io stesso metto un freno e giorni di astinenza quasi totale, in cui non riesco a mettere in fila due righe.
Penso a quelle giornate come ad un vaso che si va riempiendo e al quale non si può chiudere il rubinetto in alcun modo, in cui la vita da posto all’esperienza. Quel vaso poi si colma fino a tracimare e a quel punto viene voglia di svuotarsi e tornare qui a scrivere.
Non può esistere periodicità.
Giorni in cui tracima di pubblicazioni e in cui io stesso metto un freno e giorni di astinenza quasi totale, in cui non riesco a mettere in fila due righe.
Penso a quelle giornate come ad un vaso che si va riempiendo e al quale non si può chiudere il rubinetto in alcun modo, in cui la vita da posto all’esperienza. Quel vaso poi si colma fino a tracimare e a quel punto viene voglia di svuotarsi e tornare qui a scrivere.
Non può esistere periodicità.