Il Ministro Tremonti sembra aderire con grande entusiasmo allo spirito di queste prime settimane di governo, secondo cui l’importante è stupire e colpire l’immaginazione più che risolvere i problemi. Vorrei quindi fornire qualche piccolo appunto che forse sarà utile al Ministro quando vorrà passare alla redazione del testo di legge. Ricorderei che la grossa spinta all’aumento del prezzo del petrolio deriva da fenomeni che subiamo senza potervi ovviare, la crescita mondiale della domanda e i fenomeni finanziari legati ai mercati dei futures sul petrolio. Se pensa ad una tassa sui profitti, suggerirei di tenere in conto che gran parte degli utili vengono realizzati nella fase della produzione, non in quella della distribuzione e della vendita. Ma i re Mida, con l’eccezione dell’Eni, stanno fuori confine e fuori della portata del Ministro Robin Hood. Se invece immagina una tassa sui barili venduti, rammenterei che nei corsi di economia del primo anno si insegna come le tasse sulla produzione possono essere trasferite a valle sui consumatori attraverso un aumento dei prezzi finali; e che tale spostamento è tanto pù facile quanto più consumatori esprimano una domanda inelastica, il cui classico esempio è la benzina. E non basta, per evitare questo, fare la voce grossa contro gli odiati petrolieri. Insomma, pregherei al Ministro di chiarirsi le idee. O, almeno, di rinunciare a coinvolgere il mio caro amico Robin.
Little John