Catch 22

In uno delle più deliranti discussioni intorno alla politica italiana ho scoperto che E’ colpa del PD se si dice così spesso “E allora il PD!”

Notevole paradosso, ne converrete, quello secondo il quale qualsiasi scenario porta sempre verso la conseguenza che volete evitare. Ma il Pd, del resto, è il perfetto capro espiatorio per quest’epoca in cui il delirio è la merce più a buon mercato. Esiste da poco più di dieci anni e nella percezione comune ha governato da sempre. Ragionamento che potrei seguire se pronunciato da un diciottenne che ha soltanto memoria di questo partito durante la sua vita senziente. Lo accetto decisamente meno se pronunciato ad un ultratrentenne. Ha avuto leader odiati talmente tanto ed in maniera unilaterale da aspettarti che ci possa essere stata un amnesia generale per dimenticare i danni fatti dai satrapi che li hanno preceduti durante la prima e la seconda repubblica.

Eppure, eppure, risulta difficile anche per me, adesso, prendermi cura di questo partito. Domenica si celebreranno le ennesime primarie e non ho alcuna voglia di andare a votare, per la prima volta. Non se ne accorgerà nessuno, direte voi, ma nel mio piccolo ho difficoltà ad accettare la piccola restaurazione in atto. Questo desiderio di mettere finalmente a tacere lo spirito che ha animato il partito dagli anni di Veltroni fino alla segreteria Renzi (si può parlare di Renzi nonostante i suoi errori, fin troppo noti?), tirar dentro chiunque abbia cercato di demolire su ogni fronte l’idea stessa del Partito Democratico, non trova in me nessun interesse. E farlo passando dalle primarie, lo strumento così tanto vituperato dalla maggioranza dei militanti, sembra quasi di cattivo gusto.

Mi dispiace, ed anche tanto, ma sembra che interessi a pochi essere passati dai tre milioni dei votanti alle primarie del 2007 al milione che si suppone andrà a votare domenica. Aver dilapidato le energie che si erano raccolte intorno a quell’idea originaria, non importa a nessuno. Tentare di ricostruire un’idea di centro sinistra che superi anche gli egoismi e i sentimenti di rivalsa personale, non importa a nessuno.

Ciò che conta, per una certa classe dirigente, è contarsi e poter dire di essere ancora in piedi, dieci anni dopo, nonostante i Lingotti e i rottamatori.

E scusate, quindi, se faccio fatica ad appassionarmi a tutto questo.

P.s. il titolo è un riferimento al paradosso del Comma 22, quello secondo il quale si enunciavano regole del tipo: “Chiunque sia pazzo può chiedere di essere esonerato dalle missioni di guerra però chi chiede di essere esonerato dalle missioni di guerra non è pazzo”.

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