Comitato d’accoglienza

La strada in cui vivono i miei genitori, anzi proprio sotto quel palazzo in cui sono in questi giorni, ha vissuto sempre di grandi certezze e di piccole variabili che ne hanno dipinto lo spazio per un tempo che già tu sai essere breve. Le certezze incrollabili sono rappresentate da un panificio, che negli anni ha ingombrato di sedie e gazebi l’intero marciapiede, un barbiere con la solita clientela ferma li davanti a scambiare due chiacchiere, e da una gastronomia, ossia un locale, che, per come lo definiamo a Palermo, vende tutto ciò possa saziarti a qualsiasi ora della giornata, dalla pasta al forno, al panino coi cazzilli fino alle arancine con la carne. Le variabili temporanee occupano uno spazio risibile tra queste entità, ed hanno sempre avuto vita difficile. Negli anni ricordo, in ordine sparso, una sartoria, un’assicurazione, un’agenzia di viaggi, un negozio d’abbigliamento, uno di corredi, un negozio di telefonia. Ma ne potrei ricordare sicuramente molti di più, se la memoria non m’ingannasse.

Il panificio nell’ultimo anno si è trasferito un pò più in là per un’ingiunzione del tribunale. Ma, tanto per capirsi, gazebo e piante sono rimasti lì, a segnare il territorio. Pochi giorni fa, invece, l’ennesima variabile temporanea, ha tirato su la saracinesca, e già tra i condomini è partito il gioco sadico delle scommesse sulle possibilità di durata di quest’ultima attività. Intanto, giusto ieri, la serratura era già bloccata dall’attack, ad impedirne l’accesso. Giusto per capire l’aria che tira.

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