Nella prigione dorata

Sono ancora in Nigeria. Siamo sbarcati a terra giusto ieri mattina. Dall’elicottero alla jeep, e poi diretti in base. Saremmo dovuti rientrare in Italia già mercoledì ma i nostri passaporti sono fermi ad Abuja per il rinnovo del visto, tra un mese e mezzo sarò nuovamente qui.
I voli poi sono totalmente affollati dopo il caos aereo di questi giorni, ed anche volendo l’unico posto per il nostro biglietto open sarebbe per martedì prossimo. Il piano d’emergenza ci riporterà a casa invece domenica mattina con un volo port harcourt, lagos, Istanbul, Bologna, Milano. Praticamente interminabile. Comincio ad essere stanco, anche perché, finito il lavoro, ci si annoia e vien voglia di casa. Ieri praticamente il morale era a terra, come le nostre valigie.
Qui in base però si sta bene, se non pensassi a ciò che c’è fuori potrei pensare di essere in un villaggio vacanza. Piscina, centro relax, birra, drink e musica.
Fuori invece non si può neanche mettere il naso. Ci si muove soltanto scortati e il rischio di rapimenti è altissimo. La sera prima del nostro arrivo la base era circondata da militari per un mancato pagamento di tasse, e nessuno sarebbe neanche potuto entrare o uscire dalla base. Davvero un gran casino, davvero.

3 commenti su “Nella prigione dorata”

  1. Oh quando ho sentito dell'incendio su una piattaforma petrolifera ho pensato a te… fortunatamente è successo in Messico…!!!
    Oggi son passato dalla tua scrivania! 😉
    Ciao,
    Emanuele

  2. Robi 🙂

    @Ema: per fortuna che ho saputo di questa notizia soltanto quando sono arrivato in Italia…
    domani ci si vede a lavoro…arriverò con molta calma

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