Preludio di primavera. Elogio alla lentezza.

Montagne imbiancate che improvvisamente sembrano più vicine. Colpa dell’aria limpida, suppongo.
Una lepre nel prato davanti all’ufficio saltella incauta.
Un pomeriggio tornando a camminare lungo le rive dell’Adda.
Un gruppo di amici, che a volte non riesci a comprendere fino in fondo.
Accorgersi di essere oramai in ritardo per la manifestazione.
Le urla divertite nell’infilare sostantivi sconosciuti nelle colonne di un gioco a cui giocheresti sempre, senza farlo mai.
Mettere la testa sul letto, mentre sembra scoppiare, e risvegliarsi con un mal di testa infinito.
Ingurgitare quantità esagerate di brioschi tentando di digerire un pranzo enorme, ridendo esageratamente dietro le maschere di Jeff Bridges e George Clooney.
Sorprendersi divertito tirando tardi con gli strafalcioni raccontati dalla Gialappa.
Entrare in ufficio quando sono già tutti dentro da almeno mezz’ora.
Lentamente.

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