Ci nascondiamo di notte

“Ci nascondiamo di notte

Per paura degli automobilisti
Degli inotipisti
Siamo i gatti neri
Siamo i pessimisti
Siamo i cattivi pensieri
E non abbiamo da mangiare
Com’è profondo il mare
Com’è profondo il mare”

Lucio Dalla

Leggevo i dati dell’indagine Istat pubblicata ieri e mi veniva in mente il testo di questa canzone. Siamo un popolo triste, di insoddisfatti, abbiamo paura delle nostre paure. Il lavoro non ci soddisfa, il cielo non ci soddisfa, il tempo libero non ci basta. Siamo li, chiusi nelle nostre case ad aspettare che il tempo torni sereno.
Ma a me sembra che non sia poi tutto cosi nero. Ci piace raccontarci cosi per compiacerci nei nostri difetti e non sentirci soli o invidiati. E soprattutto anche se siamo insoddisfatti realmente non abbiamo il coraggio di cambiare, di svoltare. Tanto meglio una delusione oggi che un insicurezza domani. E cosi, giorno dopo giorno, continuiamo a star male. Ma cambiare mai.
Si, è inutile, non c’è lavoro, non c’è decoro, ma mai una volta a chiederci cosa cavolo facciamo per cambiare il corso del destino segnato. O mai che siamo li a chiederci se stiamo sbagliando in qualcosa. Siamo fieri e cerchiamo di apparire fighi con nostro colletto alzato nonostante tutto.
Cavolo, interroghiamoci e cerchiamo di darlo una volta tanto. Non facciamo come gli autisti dei tram.

p.s. foto dalla chiesa di San Giorgio di San Mauro Castelverde. Luglio 2008

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